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Papa Francesco commissaria Comunione e liberazione. Svolta epocale: chi piazza alla guida dell'associazione

Papa Francesco

Caterina Maniaci
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Commissariamento. Il termine è rimbalzato ieri dalla sala stampa vaticana diffondendo un certo clamore. Succede che papa Francesco abbia deciso di commissariare l'associazione laicale di Comunione e liberazione, Memores Domini. Tra i cui "volti noti" ci sono quelli di Roberto Formigoni e le tre laiche che seguono da sempre Benedetto XVI, occupandosi della sua persona, della corrispondenza, della conduzione del monastero Mater Ecclesiae dove lui vive da papa emerito.

Il comunicato della sala stampa vaticana ha dunque reso noto che il Pontefice «avendo a cuore l'esperienza dei Memores Domini e riconoscendone nel carisma una manifestazione della grazia di Dio, ha disposto un cambiamento nella conduzione dell'Associazione, nominando suo delegato speciale Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto». Si stabilisce inoltre che «cessino dai rispettivi incarichi la Presidente dell'Associazione e tutti i membri dell'attuale Consiglio Direttivo».

 

 

Quella di Francesco appare come una svolta al percorso di revisione dello statuto e del direttorio prescritto circa un anno fa all'organizzazione. Il 26 giugno 2020, infatti, il Pontefice aveva incaricato il canonista e gesuita Gianfranco Ghirlanda di guidare la riforma, che è anche assistente pontificio per le questioni canoniche relative alla associazione stessa. Ma come si legge nel nuovo decreto, il Pontefice ritiene che «la situazione in seno alla Memores Domini» abbia «ostacolato» tale processo. Da sottolineare che monsignor Santoro, prima di essere nominato vescovo in Brasile da Giovanni Paolo II, ha maturato proprio in Cl la propria vocazione sacerdotale ed è stato tra i principali "costituenti" del movimento in Puglia.

Padre Ghirlanda, già rettore della Gregoriana, è stato inviato dalla Santa Sede a collaborare nei commissariamenti dei Legionari di Cristo e dei Francescani dell'Immacolata. Ma che tipo di vita propone questa associazione? Chi vi appartiene? I membri dei Memores mettono in comune i beni, praticano la castità e vivono l'obbedienza, ma non indossano abiti religiosi né emettono voti. Dedicano almeno un paio d'ore al giorno alla preghiera e alla contemplazione ma sono "immersi nel mondo" e si guadagnano da vivere con il proprio lavoro. Non è stato facile trovare per loro una collocazione canonica, ma nel 1988 l'associazione è stata riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici e, ad oggi, i Memores Domini nel mondo sono 1500. Don Luigi Giussani, carismatico fondatore di Comunione e Liberazione, spiegava, poco dopo il riconoscimento dei Memores, che lo stesso lo aveva aiutato a superare quelle ansie e quel "terrore".

 

 

Da più parti si fa notare che fin dal 2018 il Vaticano ha posto "in attenzione" i Memores. Il Dicastero per i Laici, infatti, ha sollecitato la presidente Antonella Frongillo a procedere alla modifica di alcune norme del direttorio e a una riforma dello statuto, che però non sarebbero state presentate. Senza contare la questione dell'eleggibilità del presidente della stessa Fraternità di Cl, così come quella in generale di movimenti e associazioni, che il Papa vuole limitare nel tempo, mettendo fine alle presidenze a vita e introducendo il limite dei due mandati quinquennali.

Don Julian Carron, eletto nel 2005, dopo la morte di don Giussani, presidente della Fraternità, è stato confermato nella carica per tre elezioni: 2008, 2014 e 2020. Esiste poi un aspetto non irrilevante dell'intera questione, ossia la parte economica, con complicazioni provocate dal commissariamento in atto. Negli Statuti della Fraternità, in una norma contenuta nell'articolo 42 si prevede che sia proprio l'Ente canonico Memores Domini il destinatario del patrimonio di cui la Fraternità, in futuro, potrebbe, per qualsiasi motivo, non poter mantenere la titolarità. Al di là delle tensioni interne e a quelle nei rapporti tra Cl e Vaticano, circola in molti ambienti anche un altro timore, come annota il vaticanista Aldo Maria Valli nel suo blog, ossia che tutto questo possa «ostacolare la canonizzazione del fondatore, ed è un vero peccato, perché se c'è un santo che ha fatto riscoprire il gusto e la gioia di essere cristiani a decine di migliaia di persone, questi è proprio don Luigi Giussani».

 

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