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Massimo Bossetti, il poeta: "Quel che rimane della mia vita", il testo con cui ha vinto un premio letterario

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Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, ha vinto un premio letterario. Il muratore, accusato di aver ucciso la 13enne scomparsa nel 2010, è riuscito a raggiungere il terzo posto grazie a una poesia scritta in carcere, dal titolo "Da sette anni vivo nel buco". Il concorso in questione si chiama "Scrittori dentro 2021". La notizia è stata rivelata alla trasmissione Iceberg su Telelombardia da uno dei suoi difensori, Claudio Salvagni. Il testo, tra l'altro, era già stato anticipato dal settimanale Oggi.

 

 

 

 

Bossetti "si sta cimentando nella scrittura e ha vinto un premio letterario - ha spiegato il suo legale -. Se non sbaglio è arrivato terzo". La rivista Oggi ha diffuso in anteprima il componimento del muratore di Mapello, che nella parte iniziale recita: "C'è la mia branda, il mio sgabello, il mio Gesù. Alle pareti è appeso il resto della vita, almeno quello che rimane". Alla fine, invece, immagina il momento in cui sarà nel mondo esterno: "Da sette anni penso al giorno che sarò fuori. Avrò bisogno di altri sette anni per aiutarmi a vivere". Con la vittoria del terzo posto, inoltre, Bossetti si sarebbe aggiudicato un premio in denaro del valore di 100 euro.

 

 

 

Qui di seguito il testo integrale della poesia:

"C'è la mia branda, 
il mio sgabello
il mio Gesù.
Alle pareti è appeso
il resto della vita,
almeno quello
che rimane.

Da sette anni
conosco ogni crepa,
crepe dei muri, dei pavimenti,
crepe del mio cuore.
Non so cosa, non so quanto
troverò di fuori
fuori da questo buco
di cemento.

Da sette anni parlo alle stelle
alla luna, parlo ai miei cari,
tentando così di evadere
il dolore e la sofferenza...
solo infiniti assordanti
silenzi.

Da sette anni
penso al giorno
che sarò fuori.

Avrò bisogno
di altri sette anni
per aiutarmi a vivere".

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