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Fratelli Bianchi, "come Gabriele voleva chiamare suo figlio": l'intercettazione che spiega tutto

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Marco e Gabriele Bianchi sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy, il 21enne pestato brutalmente e ucciso in meno di un minuto circa due anni fa. Il loro legale ha parlato di “processo mediatico” e di “sentenza ingiusta”, con i due fratelli che sarebbero stati dipinti come “mostri”. La loro colpa è però fuori discussione, così come uno stile di vita arrogante e a tratti criminale.

 

 

Al momento della sentenza i Bianchi hanno urlato per protestare, facendo scattare la corsa degli agenti penitenziari, che li hanno portati via dall’aula per evitare che la situazione degenerasse, dato che intanto c’erano gli amici di Willy che esultavano. Per comprendere meglio la personalità dei due fratelli, il Corriere della Sera ha tirato in ballo anche le intercettazioni riguardanti Gabriele e la scelta del nome di suo figlio, che voleva chiamare Aureliano, come uno dei protagonisti della serie tv Suburra

 

 

La questione è sorta dopo l’arresto, con la fidanzata che spiega a Gabriele perché non vuole chiamare così il figlio: “Il 30 ottobre esce la nuova serie di Suburra, si chiama ‘il ritorno di Aureliano’, non si può proprio chiama’. Vi contestano a voi proprio ogni cosa… lo stile di vita… di qua e di là, ma tu non ti rendi conto del fuori. Cioè quello va a scuola, massacrato appena arriva”. Ma lui non si arrende: “Non chiamate figlimo come un salame… Aho, mi inc***o come una bestia, eh”.

 

 

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