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Civitanova Marche, la scoperta sul killer cambia il quadro: cosa spunta dal suo passato

Simona Pletto
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Il giorno dopo l'efferato delitto del nigeriano Alika Ogorchukwu, l'ambulante disabile preso a stampellate e finito a mani nude a suon di calci e pugni nell'indifferenza di chi guardava in strada e filmava senza intervenire per fermare quel massacro in diretta, il suo assassino Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, 32 anni, operaio metalmeccanico originario di Salerno e residente a Civitanova, affida un messaggio al suo avvocato: «Chiedo scusa alla famiglia della vittima».
Poche e generiche parole.

Neppure un nome. Al resto ci pensa il suo legale Roberta Bizzarri, che ieri lo ha incontrato in carcere a Montacuto di Ancona. «Il mio assistito è addolorato per quello che è successo. Non si capacita e ovviamente chiede scusa per ciò che ha fatto». Ferlazzo, che da circa un mese lavorava come operaio in una fonderia di Civitanova Alta, venerdì alle due del pomeriggio ha ucciso a mani nude Alika con una furia cieca durata 39 interminabili secondi. Gli si è seduto sopra, lo ha schiacciato a terra, gli ha tenuto la testa. Ora occorre capire se sia morto strangolato e questo lo chiarirà solo l'autopsia. Per quanta importanza possa avere scoprire il movente di questa follia.

 

LA DINAMICA
A scatenare il 32enne, ha raccontato il suo legale, «è stato uno strattonamento della vittima nei confronti della compagna. L'ha presa per un braccio e l'ha tenuta perché chiedeva l'elemosina. E lui ha reagito». Infine, l'avvocato Bizzarri anticipa la strategia difensiva: «Chiederemo una perizia psichiatrica. Da quanto è emerso, l'uomo era sottoposto ad amministrazione di sostegno, ruolo affidato alla madre. Ha problemi di natura psichiatrica, sto approfondendo di cosa si tratta». L'assassino, nato in Austria, si è trasferito presto a Salerno dove è domiciliato. E pare avere diversi precedenti penali.
Stando alle testimonianze raccolte dalla Polizia, la dinamica sarebbe stata questa.

Alika avrebbe chiesto all'uomo, che era in compagnia della fidanzata, dei soldi. In quel momento non ci sono stati né contatti fisici né battute nei confronti della donna come sembrava in un primo momento. A quesl punto, Alika è stato seguito dall'aggressore che lo ha prima colpito con la stampella con cui il nigeriano si aiutava a camminare, essendo claudicante dopo un incidente stradale, facendolo cadere a terra. Poi l'ha aggredito infierendo «a mani nude fino alla morte».
L'ambulante nigeriano, sposato, padre di due figli, una famiglia residente da 16 anni a San Severino Marche, è rimasto a terra esanime e Ferlazzo si è allontanato, dopo avergli sottratto il cellulare.

 

 Un testimone si è messo sulle tracce dell'aggressore che stava appunto scappando: «Aveva il cappello abbassato, ma non sembrava scosso. Cercava di far apparire che stesse facendo una passeggiata dopo averlo lasciato oramai morto a terra. L'ho inseguito e l'ho indicato alla polizia», racconta un civitanovese che ha assistito al massacro in strada e che preferisce rimanere anonimo. «Conoscevo la vittima», ha detto l'avvocato Francesco Mantella, «ho seguito alcune sue vicende, da ultimo un brutto incidente stradale in cui era stato coinvolto e per cui ora usava la stampella. Era una persona tranquilla e veniva spesso a Civitanova perché c'era la migliore condizione di mercato. Quello che è accaduto ha lasciato sgomenta tutta una città».

IL VIDEO
Nei video circolati fin da subito in rete, si vede chiaramente che nessuno è intervenuto. Nel filmato dell'orrore si vede anche un anziano che porta a spasso il cane e poi si siede sulla panchina mentre assiste all'aggressione. Non interviene. Si sentono anche le voci di altre persone che gridano: «Così lo ammazzi». Ferlazzo, intanto, lo chiama «pezzo di merda» e lo tiene a terra con una mano sul volto. Si sente anche la vittima tentare di gridare aiuto, ma invano.

La polizia è arrivata subito dopo su indicazione di alcuni passanti. Anche la fidanzata del 32enne è stata sentita come testimone, ma solo per la parte relativa all'incontro con l'ambulante. Avrebbe dichiarato di non aver assistito all'aggressione, per la quale sono stati esclusi motivi legati all'odio razziale. 

«Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara hanno detto il dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi e quello del commissariato di Ps di Civitanova Marche Fabio Mazza tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell'aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l'elemosina». Nel corso del comitato per la sicurezza e l'ordine, convocato in Prefettura, il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, ha ribadito: «È stata fatta una approfondita disamina di quanto accaduto, analizzando ogni aspetto delle modalità dell'aggressione e di un contesto, come quello di Civitanova, perfettamente attenzionato dalle forze dell'ordine». Ferlazzo è stato arrestato in flagranza di reato per omicidio volontario e rapina. È prevista per domani l'udienza di convalida del fermo.

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