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Massimo Giannini nel mirino, attacco alla redazione della "Stampa": cosa sta succedendo

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Due W cerchiate, utilizzate in genere dai no vax, oltre che gli slogan "Stampate bugie su guerre, crisi e pandemie" e "Il  vostro silenzio uccide". Con queste scritte è stata imbrattata nella notte la sede del quotidiano La Stampa, al civico 15 di via Ernesto Lugaro a Torino. Un gesto vile sul quale sta già indagando la Digos, che la dice lunga sul clima teso di questa campagna elettorale estiva nel quale il quotidiano piemontese, così come la stragrande maggioranza dei media, sta contribuendo esacerbando gli animi.  

 

 

Nel rendere noto il gesto criminale, la redazione della Stampa ha definito i vandali "no war, no vax, ma soprattutto no brain", ovvero senza cervello. "Come sempre, non ci facciamo condizionare da questi atti d'intimidazione e violenza", si legge nella nota. "Continuiamo a lavorare in tutta tranquillità, e a garantire un’informazione corretta, libera e plurale". Solidarietà a Massimo Giannini e alla sua redazione sono arrivati un po' da tutti, dal Pd a Azione e Italia Viva e persino da Forza Italia. Il deputato azzurro e vice presidente della Camera Andrea Mandelli in una nota ha espresso la sua vicinanza al direttore de La Stampa e ai giornalisti specificando che "gesti vandalici e intimidatori rivolti al mondo dei media sono purtroppo frequenti e impongono una continua vigilanza da parte delle istituzioni, nella consapevolezza della centralità che l'informazione riveste nel nostro sistema democratico".

 

 

Non si è fatta attendere neanche la denuncia della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. "Nella certezza che non saranno vili attacchi come questo a inficiare il lavoro dei colleghi", la Fnsi chiede che "sia fatta piena luce sull'accaduto e che gli autori di tale gesto siano individuati in tempi rapidi. In un clima rovente, esasperato dalle tante difficoltà che gli italiani sono costretti ad affrontare, una stampa libera, autorevole e plurale rimane un baluardo della convivenza civile che nessuno deve pensare di poter minacciare impunemente".

 

 

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