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Marche, l'errore dell'algoritmo dietro l'apocalisse: una scoperta drammatica

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Ma come è possibile che con tutta la tecnologia, i super computer, l'intelligenza artificiale non si riesca a prevede una alluvione come quella che ha devastato le Marche dove ancora si cercano i dispersi per aggiornare la conta dei morti già arrivati a dieci? Non si può. Lo spiega al Corriere Bernardo Gozzini, uno dei maggiori esperti sul clima e sul meteo, direttore del centro Lamma-Cnr. "Grazie ai modelli che abbiamo basati su algoritmi ed equazioni che vengono usate in tutto il mondo", spiega Gozzini, "possiamo vedere oggi su domani che ci sono gli ingredienti che potrebbero portare a un temporale molto forte, ma ho difficoltà a sapere dove e quando. Questo è un livello d'incertezza legato al modello". Dunque non sono tecnicamente imprevedibili, ma sono molto incerti: "un livello di incertezza molto forte", riconosce Gozzini.

 


Quello che è accaduto giovedì - spiega il meterologo che dal punto di vista operativo fornisce le previsioni per la regione Toscana ma che grazie ai modelli del Cnr lavora sul cambiamento climatico e sul miglioramento dell'affidabilità delle previsioni - era stato previsto un flusso sud occidentale che avrebbe dovuto attraversato il Mediterraneo. Era stato previsto l'arrivo di correnti umide miti che avrebbero dato luogo a linee d'instabilità, favorevoli allo sviluppo di un temporale V-shaped, cioè a forma di V, e "autorigenerante", alimentato in continuazione da un flusso molto umido e mite che genera una sorta di effetto domino dei temporali. Invece di depotenziarsi le nuvole continuano a caricarsi. La cosa non considerata è stata che dalla costa tirrenica siamo passati oltre l'Appennino: uno scarto enorme tra quello che vedono i computer e ciò che poi accade nella realtà. "Per ora questo è il limite delle previsioni", conclude Gozzini. 

 

Per il direttore di Lamma-Cnr si deve sviluppare quello che si chiama now-casting: le previsioni sul momento che permettono di seguire l'evoluzione in tempo reale di ciò che ci anticipano i modelli per ridurre così il margine di errore tra previsione e realtà. "Ma l'uomo", avverte Gozzini, "rimane molto importante in territori come l'Italia dove la conoscenza del microclima e dell'orografia complessa possono fare la differenza". Di certo c'è nelle Marche in 6-7 ore è caduta una quantità di acqua che normalmente si distribuisce in 4-5 mesi.

 

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