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Il canone Rai? Ecco cosa accadrà da gennaio 2023

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Antonio Castro
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Il canone Rai in bolletta c'è e ci resterà. Giornata con altalena di dichiarazione sull'odiatissima tassa sul servizio pubblico che da qualche anno si paga in combinata con la bolletta elettrica. Prima sono partite all'attacco le associazioni dei consumatori, compatte nel chiedere al governo una rimozione della tassa nell'ottica di alleggerire le bollette elettriche. È stata poi la volta dei sindacati che orbitano nel mondo Rai (dai giornalisti ai dipendenti del colosso radiotelevisivo: Sl-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl-Fnc, Snater, Libersind-Confsal, Adrai e Usigrai) che, allarmati alla sola ipotesi di perdere un incasso ormai stabilizzato, negli anni hanno sottoscritto una nota unitaria rivolta all'azionista di riferimento di Viale Mazzini, il ministero dell'Economia.


E così nel primo pomeriggio di ieri da via XX Settembre sono costretti a mettere a tacere proposte di cambiamento e allarmismi: «Le voci di un'esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica», spiega una nota del dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti, «non risultano fondate». È da tempo che la pratica canone è sulla scrivania di Quintino Sella. Tanto da aver chiesto un ennesimo parere all'Agcom «la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone RAI dal punto di vista della concorrenza del mercato dell'energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto». Punto e basta.

 


IL CONTO DEL 2023
Insomma, si continuerà a pagare i 90 euro (forse quest' anno il governo potrebbe limare un tantino l'importo di pochi euro con un intervento che verrà declinato con la legge finanziaria 2023 in allestimento). «Per la verità», ribatte il presidente dell'Unione nazionale Consumatori Massimiliano Dona, «il parere dell'Antitrust è del 28 ottobre 2015, ben prima che l'Unione Europea sollevasse un problema non solo legato alla concorrenza in senso stretto, ma anche al mercato dell'energia e che riguardava il fatto che non si può chiedere obbligatoriamente ai fornitori di energia di riscuotere oneri non legati al proprio settore di mercato, così come non si può chiedere ai consumatori di pagare nella stessa bolletta un costo legato a un servizio diverso».


Dona taglia corto: «Non ci pare che questi motivi siano venuti meno e non abbiano fondamento. Il canone resta un onere improprio non legato ai consumi di elettricità».
Si accoda il Codacons che chiede «l'abolizione totale», considerando per di più che con l'imposta inserita in bolletta «si aggrava la spesa degli utenti per le forniture elettriche». Stadi fatto che a guardare i numeri il sistema per intercettare gli evasori seriali sembra aver funzionato. Partorito nel 2015 dal governo Renzi lo scorso anno il gettito complessivo dei 90 euro in bolletta ha portato nelle casse dello Stato un gettito di ben 1,72 miliardi. Le famiglie hanno versato 1,64 miliardi. Nell'era renziana l'evasione della "tassa" per guardare la tv di Stato era stimata intorno al 27%. Poi il meccanismo ha assottigliato progressivamente la pattuglia dei furbetti. E così nl 2021 le stime di Viale Mazzini individuano in un "fisiologico" 3/4% il manipolo degli allergici al canone. 

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