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Napoli, sangue e morte alla festa scudetto: "L'ombra della Camorra"

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Potrebbero non c'entrare nulla i festeggiamenti a Napoli per lo scudetto con la morte del ventiseienne Vincenzo Costanzo. Potrebbe invece essere stato un agguato di camorra quello di cui è stato vittima il giovane, ucciso nella notte a colpi di arma da fuoco, in piazza Volturno, nel capoluogo campano. È una delle ipotesi a cui stanno lavorando gli inquirenti che stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto.

Il ragazzo, classe ’97, residente nel quartiere Ponticelli e già noto alle forze dell’ordine, è stato colpito mentre era in strada con altre persone. In tre sono rimaste ferite nell’agguato, tra loro anche la fidanzata della vittima, classe 1997, che si è recata al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, quartiere Montesanto, per una ferita alla caviglia causata da un colpo d’arma da fuoco. La ragazza è stata dimessa e giudicata guaribile in 10 giorni.

Vincenzo era figlio di Maurizio Costanzo, boss del clan D'Amico, attivo a Ponticelli. Nel 2021 era stato condannato per associazione camorristica e droga a otto anni di carcere. La morte del giovane "è assolutamente slegata rispetto ai festeggiamenti, non è connessa ai festeggiamenti", ha dichiarato il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, ai microfoni di SkyTg24. "Quello che mi preme sottolineare è il senso di responsabilità dei napoletani: ieri c'era un divieto di circolazione ed è stato largamente osservato. C'erano dei varchi con uomini delle forze dell'ordine a presidiarli. La macchina dell'organizzazione ha funzionato".

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