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Ultima generazione, chi dà i soldi agli ecovandali

Tommaso Montesano
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Un sistema di scatole cinesi per distribuire i finanziamenti frutto della “generosità” di ricchi e celebri donatori appartenenti all’élite progressista americana, a partire dal dorato mondo di Hollywood. E un disegno politico tutt’altro che filantropico: far crescere la radicalizzazione per imporre l’agenda ambientalista. Ecco cosa c’è dietro i blitz degli attivisti- inclusi gli italiani di Ultima generazione, protagonisti, ieri mattina, della nuova azione davanti a Palazzo Madama - che in nome del “green” imbrattano monumenti e opere d’arte e bloccano le autostrade.

 

 

 


Partiamo dall’ennesima performance dei militanti nostrani: undici di loro hanno provato a sporcare con gli estintori le facciate del Senato. Bloccati dai Carabinieri, alcuni si sono cosparsi di fango e poi buttati a terra. In serata dieci attivisti sono stati denunciati e due di loro stati destinatari del “foglio di via”. Ultima generazione è una delle sigle appartenenti al network A22, una “rete” che collega i vari gruppi in azione (ad esempio i “fratelli” Declare Emergency e Just Stop Oil, nonché la svizzera Renovate Switzerland e la francese Dernière Rénovation) e che è finanziata da Climate Emergency Fund, il cuore del movimento che dice di battersi contro i combustibili fossili e il cambiamento climatico per salvare il pianeta.

 

«È SOLO L’INIZIO»

Un’inchiesta del settimanale Washington Examiner smaschera origini e finalità del movimento globale ecologista. Di umanitario c’è poco. Al vertice della piramide c’è un movimento - Cef - che nel proprio board annovera Rory Kennedy, figlia di Bob Kennedy; Aileen Getty, filantropa miliardaria erede della dinastia Getty (che alla causa verde ha destinato un milione di dollari...) e Adam McKay, regista hollywoodiano autore della pellicola Don’t look up (2021). Proprio McKay avrebbe impegnato nella battaglia green la bellezza di quattro milioni di dollari nel settembre del 2021. Nella lista dei finanziatori ci sono anche Jeremy Strong, attore protagonista della serie Hbo Succession; l’attrice Chelsea Handler; il collega Thomas Middleditch e Abigail Disney, figlia del fratello del celebre Walt, Roy Oliver. Interpellati dal settimanale, si sono tutti rifiutati di fornire chiarimenti. Così come non è dato sapere quanto sia stato assegnato dal Cef al network A22, che ha ritenuto di non dover rispondere alle richieste di chiarimento da parte del Washington Examiner.

 

 

 


Non ha lesinato parole, invece, Diane Chaytsina, portavoce di Just Stop Oil, il gruppo che nell’ottobre dello scorso anno lanciò salsa di pomodoro sul dipinto di Vincent Van Gogh alla National gallery di Londra. Chaytsina ha rivendicato le azioni compiute e avvertito: «Questo è solo l’inizio, non capiamo come gli altri non stiano lottando».
Just Stop Oil è una derivazione di Extinction Rebellion, un altro gruppo finanziato dal Cef che nel 2020 ha ricevuto dalla “casa madre” 200mila dollari. Il rapporto annuale del Climate Emergency Fund segnala con orgoglio che nel 2022 grazie all’impiego di oltre cinque milioni di dollari sono state sostenute 44 organizzazioni, mobilitati 45mila attivisti e provocati più di 24mila eventi che hanno ottenuto risonanza sui media. Al vertice dell’organizzazione c’è Margaret Klein Salamon, una laureata di Harvard che su LinkedIn si definisce uno «psicologo clinico diventato attivista per il clima». La fondazione del Cef, avvenuta nel 2019, aiuta a capire cosa si agita dietro gli attivisti ambientalisti. I registi sono stati la stessa Rory Kennedy e Trevor Neilson, un investitore già operativo con la fondazione di Bill e Melinda Gates, altri “filantropi” eccellenti.

 

 

 

 

FRANGIA DEMOCRATICA

Tra i finanziatori spicca anche il nome di Susie T. Buell, una donatrice democratica che nel 2019 staccò un assegno di 150mila dollari per la Cef. L’anno successivo, invece, 350mila dollari arrivarono dalla Marin Community Foundation, organizzazione presieduta dal marito di Buell, Mark Buell. I coniugi, a loro volta, sono entrambi finanziatori della Democracy Alliance, potente sigla filantropica vicinissima all’Asinello democratico. E dal Partito democratico lo scorso anno è arrivato anche l’aiuto da Onward Together, fondata nel 2017 da Hillary Clinton e dall’ex presidente del Comitato nazionale democratico, Howard Dean. Il fine delle attività di tutto ciò che ruota intorno al Climate Emergency Fund è politico. Le centinaia di incontri on e offline, si legge nella sezione del sito web dedicata al network A22, «devono essere organizzati nell’ottica di una sistematica opera di reclutamento per ingaggiare campagne di disobbedienza civile».

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