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Kata, Vittorio Feltri: "Non solo sui genitori, il mio dubbio sull'indagine"

Vittorio Feltri
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La vicenda di Kata, la bambina rapita mesi addietro a Firenze in un contesto da incubo, così come ci viene raccontata non mi convince affatto. Due giorni fa lo zio e due ceffi, residenti nell’albergo dismesso e abusivamente occupato, sono stati arrestati con l’accusa di aver gestito le camere, esigendo da chi le abitava affitti totalmente illegali. Mi pare che la cattura del trio sia tardiva, e stupisce che i genitori della fanciulla soltanto adesso siano sottoposti a lunghi interrogatori. Non si comprende tutto questo ritardo nella ricerca dei responsabili del sequestro. Per quale motivo non si è agito tempestivamente?

 

 

Non posso fare a meno di sottolineare oltretutto che, se l’immobile non fosse stato illecitamente adibito a edificio abitabile, non sarebbe divenuto una scena del crimine. Il comune di Firenze, città nella quale si erge l’ex albergo, non si è mai accorto che esso fosse divenuto da tempo una sorta di casa popolare, che andava subito requisita e sfollata e non dopo, ossia in seguito alla sparizione di una minore? Come mai le autorità municipali non sono intervenute per arginare una situazione intollerabile? Come si spiega che nessuno si sia mosso prima della scomparsa della bimba?

 


L’impressione è che anche l’indagine in corso sia proceduta a rilento, tanto è vero che prima di arrestare i trafficanti arbitrari di camere sono trascorsi mesi. Quanto ai genitori della piccola ci si domanda perché l’avessero abbandonata nel casermone dove lei circolava liberamente da sola, totalmente incustodita. Secondo punto. Per quale ragione la mamma e il papà non hanno collaborato fattivamente con gli investigatori, i quali solamente ora peraltro si sono svegliati sottoponendoli al torchio di interrogatori? Terzo punto. Dato che la famiglia di Kata è povera in canna, non può di sicuro pagare il riscatto eventualmente richiesto per riavere la piccina.

 

 

Il movente del complicato caso resta del tutto oscuro. È evidente che la questione sia stata gestita fin dall’inizio con i piedi, senza passione, come si trattasse di una banale lite di condominio. Mentre qui c’è di mezzo una creatura innocente che non si sa ancora in quali sporche mani sia finita. Chiediamo al governo di intervenire per fare un po’ di chiarezza, è inammissibile che tra le varie sventatezze che sono segnalate vi sia la circostanza che l’ex hotel sia stato gestito senza titolo da gentaglia priva di scrupoli. Per favore, un pizzico di buona volontà. Aggiungo, per concludere pessimisticamente, che ho un timore: che Kata sia stata uccisa perché non credo che il rapitore abbia un animo gentile né un debole per l’infanzia. 

 

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