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Carlos Sainz rapinato, ecco chi sono i tre banditi: "Restino in carcere"

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La rapina a Carlos Sainz fa parecchio discutere. Il pilota della Ferrari è stato derubato a Milano e solo per la prontezza di riflessi, dopo un inseguimento è riuscito nuovamente a recuperare l'orologio che gli avevano tolto i malviventi. Ma in questa storia c'è dell'altro. Infatti i tre giovani arrestati sono origine marocchina e ora il pm chiede al Gip che restino in carcere. Il motivo? La rapina sarebbe stata premeditata. Nella richiesta di convalida dell’arresto, il pm sottolinea come si tratta di tre ragazzi, tra i 18 e i 20 anni, "presenti in Italia clandestinamente e senza alcuna stabile occupazione lavorativa: le circostanze e modalità della rapina, la scelta della vittima, e, soprattutto, il valore, non comune, dell’orologio da polso dallo stesso indossato, sono indicativi di una pianificazione del colpo".

Da quanto ricostruito il pilota del Cavallino stava entrando nell’hotel Armani in via Manzoni, dopo aver gareggiato nel Gran Premio di F1 a Monza, quando il 19enne lo ha afferrato a un braccio e gli ha strappato con violenza il prezioso "Richard Mille" e si è dato alla fuga con i due complici. Fuga interrotta dallo stesso pilota, dal manager che ha schivato un pugno e da alcuni passanti presenti alla scena contro cui i tre hanno lanciato le proprie cinture.

A carico dei tre sussistono, per la pubblica accusa, "gravi indizi di colpevolezza e il rischio assai probabile di reiterazione, ossia il concreto pericolo, per specifiche modalità e circostanze del fatto e per la personalità di chi è sottoposto ad indagini che chi è stato arrestato, se rimesso in libertà, commetta altri gravi delitti della stessa specie visto che le modalità e le circostanze della rapina denotano una loro spiccata pericolosità sociale". 

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