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Rho, finto assalto a scuola vestiti da terroristi: ecco chi scatena il panico

Giorgia Petani
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Attimi di pura follia all’istituto professionale Puecher di Rho, alle porte di Milano. Sono le 10 e 45 del mattino quando, durante l’intervallo tra una lezione e l’altra, un gruppo composto da sette-otto ragazzi vestiti di nero fa irruzione nella scuola. Indossano passamontagna e cappucci, e come dei veri “black bloc” iniziano a lanciare una raffica di fumogeni. Scoppia il panico, alcuni studenti si chiudono terrorizzati nelle aule. Pensano al peggio. Tra i ragazzi mascherati ce n’è uno che impugna addirittura con una pistola (presumibilmente giocattolo). Il tutto dura pochi minuti, ma le immagini riprese dalla telecamera lasciano davvero tutti attoniti. C’è chi corre per le scale e chi si rifugia dove può. C’è chi urla «stanno sparando a scuola» e chi, invece, trova la lucidità per chiamare a casa e il 112. A raccontare quegli attimi di terrore ci pensano anche le immagini diffuse nelle chat di classe. Sconcertante, davvero.

«LI IDENTIFICHEREMO»
Quello di venerdì è stato un atto di «puro teppismo, denunceremo tutti quelli che riconosciamo nei video.
Non faremo sconti a nessuno»: così dichiara, furente, il preside dell’Istituto Emanuele Contu a Libero. Secondo il dirigente scolastico, questi ragazzi non sembra comprendano che le loro azioni avranno «delle conseguenze legali e finiranno di fronte a un giudice». Anche perché, a detta dello stesso preside, «alcuni di loro potrebbero essere alunni o ex studenti della scuola». Secondo il professor Contu, infatti, «non è facile ambientarsi in questo istituto, è come un labirinto». I ragazzi ripresi dalle telecamere invece «sembrano conoscere molto bene la pianta dell’edificio». Ma ciò che lascia tutti senza parole è che, al momento, non c’è una ragione che spieghi tale azione. «C’è chi mi ha chiesto se quanto accaduto potesse avere a che fare con il conflitto israelo-palestinese» spiega ancora il preside, che però esclude l’ipotesi.

«Non c’è stata nessuna rivendicazione. Quei ragazzi sono entrati senza proferire una parola», sottolinea. Peraltro, «non ci sono stati nemmeno scontri interni alla scuola riguardo a qualche provvedimento», aggiunge il dirigente scolastico, per cui probabilmente è stato un gesto di «rabbia» o un atto «dimostrativo». Il gruppo di teppisti è pure entrato nell’istituto: in un’aula in particolare, dove non erano presenti studenti, hanno rovesciato mobili e danneggiato gli strumenti di studio. Ma fuori dalle aule c’erano gli insegnanti di sorveglianza che, spaventati dal rumore dei petardi, hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine. Quanto accaduto venerdì mattina deve rappresentare per tutti «un momento di riflessione.

Non si tratta di una semplice bravata: era tutto organizzato nei minimi dettagli», ribadisce il preside. D’altronde, è evidente che molti giovani fatichino a «capire la gravità e l’importanza delle proprie azioni». E questo nonostante quegli stessi giovani non siano più «dei ragazzini delle medie. Non escludo che ci possa essere anche qualche maggiorenne».

Fortunatamente non c’è stato nessun ferito, ma la situazione «avrebbe potuto avere conseguenze più gravi». Infatti, si sono verificati solo alcuni danni all’aula termica, con «ammaccature ad alcuni mobili e la distruzione di due computer». L’aula è però «tornata agibile dopo un’ora». Sempre secondo il dirigente scolastico, è probabile che alcuni dei ragazzi siano riusciti a entrare dalla porta posteriore in quanto «al momento ci sono dei lavori in corso», mentre altri si saranno introdotti dal cortile «poiché la cancellata è molto bassa ed è davvero facile scavalcare le recinzioni». Il preside spiega che già in passato «avevamo segnalato dei tentativi di irruzione».

RISVOLTI PENALI
L’accaduto è stato ovviamente denunciato alle forze dell’ordine, «con le quali stiamo collaborando per ricostruire l’accaduto e identificare i responsabili», rimarca il professor Contu. Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e ai video girati dai docenti presenti durante l’intervallo, «segnaleremo con nome e cognome l’identità di tutti coloro che riusciremo a riconoscere al comando dei carabinieri». Inoltre, se verrà confermato che si tratta di studenti dell’istituto, «saranno allontanati dalla scuola per garantire il diritto allo studio di tutti i nostri iscritti». Una vicenda che ha provocato anche reazioni politiche. Il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione, ha voluto mostrare la propria vicinanza all’istituto affermando di comprendere «il senso di amarezza e sgomento che pervade studenti e lavoratori di Rho», in quanto «quei criminali non hanno colpito solo loro», ma «tutte le scuole italiane. Nessuno - ha concluso- si azzardi a derubricare questo episodio a bravata; ci auguriamo che questi delinquenti vengano individuati al più presto e assicurati alla giustizia». A occuparsi dell’indagine sono i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano.

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