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Bisenzio esondato, la cura? La conosceva già Galileo già nel Seicento...

Tommaso Lorenzini
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Se poniamo questi tre anni in fila, 1926, 1966, 1991, chi conosce la storia del territorio fra Firenze e Prato non avrà difficoltà a metterle sotto una stessa parola: alluvione. Di quelle che lasciano il segno nei libri di storia, nelle targhe sparse qua e là a fissare fin dove era arrivata l’acqua, nei ricordi di chi c’era. Gli avvenimenti di queste ore ci rammentano però che fra Arno, Bisenzio, Ombrone Pistoiese e fiumi e fiumiciattoli vari siamo in una zona estremamente vocata al dissesto idrico. Ridurre le cause giustificandole con il cambiamento climatico significa mistificare e spostare l’attenzione dalle responsabilità. E ignorare la storia.

A seguito dell’ennesimo disastro, nel 1630, Ferdinando II de’ Medici, Granduca di Toscana, raccolse i maggiori esperti per una consulenza sul Bisenzio: l’architetto granducale Giulio Parigi, gli ingegneri Alessandro Bartolotti e Stefano Fantoni, ed il suo matematico primario, Galileo Galilei. Le accese discussioni si risolsero in una netta dicotomia: Bartolotti suggerì di modificare il corso del fiume riducendone le tortuosità; Galileo suggerì di «non lo rimuovere del suo letto antico ma solo a nettarlo, allargarlo, e, per dirlo in una parola alzar gli argini dove trabocca e fortificarli dove rompe».

Insomma: pulizia e manutenzione adeguata. Proprio quello che è stato fatto a Prato nel 2021 fra le proteste degli ambientalisti locali nella zona del Mercato Nuovo, dove il Bisenzio è stato dragato e allargato. E ieri molti pratesi erano convinti che senza quei lavori oggi avremmo qualcosa di diverso proprio nel centro città, risparmiato da ogni danno. Eppure, la storia si ripete. Il Presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, non ha accettato la proposta di convocare un confronto tra le due scuole di pensiero sui cambiamenti climatici, antropici o naturali.

Sentiti gli organi dell’Accademia, ha confermato all’ex ministro Giovanardi (uno dei fautori della discussione) l’indisponibilità al confronto, ritenendo accertata in sede scientifica la teoria che attribuisce alla emissione di anidride carbonica ed alle attività umane l’aumento della temperatura globale. L’Accademia dei Lincei è la stessa che cacciò il socio Galileo Galilei perché sosteneva, contro le certezze del tempo, che la terra era rotonda e non piatta...

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