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Norvegia, infermieri italiani in fuga: 4mila euro al mese, vitto, alloggio e aerei gratis

Roberto Tortora
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Non più Italia, bensì Norvegia. Norvegia “do it better”. Almeno, questo è ciò che pensano due infermieri italiani, fuggiti in Scandinavia per costruirsi un futuro ed esercitare la loro professione di infermieri con una stabilità economica che nel nostro Paese ormai c’è di rado. Loro sono Giulia Cellini, originaria di Ferrara, e Michele Calvisi, di Sassari, da alcuni mesi in Norvegia, dove lavorano e, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, guadagnano circa 4mila euro al mese.

Il clima rigido non li ha spaventati, perché per loro, giovani laureati in scienze infermieristiche, l’occasione era troppo ghiotta: contratti a tempo indeterminato, stipendi doppi rispetto all’Italia e tanti benefit a corredo, come i bonus annuali per i voli da prendere per tornare a casa. Giulia, ad esempio, lavora 160 ore mensili, guadagna circa €27,40 l’ora e ne accumula al mese €5700 lordi, in pratica €3380 netti, cui vanno aggiunti straordinari e turni notturni. D’estate, invece, c’è un bonus di €250 a settimana.

L’infermiera racconta il suo approccio: “L’agenzia mi ha pagato il volo e mi ha assunta subito a tempo indeterminato. Gli inizi non sono stati facili, soprattutto per la lingua. Prima di trasferirmi, mi hanno fatto frequentare gratuitamente un corso intensivo di norvegese. Ma per quanto avevi le basi, dalla teoria alla pratica è stato un casino. Infatti all’inizio mi hanno utilizzata come Oss, con meno responsabilità. A livello professionale – spiega la Cellini - qui c’è molto rispetto per la figura dell’infermiere, al contrario di quanto accade in Italia. Senza contare il lato economico: da quando sono qui spendo pochissimo e ho messo da parte una cifra enorme per me, 50 mila euro”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda Calvisi: “Dal 2020 al 2021 c’è stato il Covid e io, appena laureato, sono stato catapultato nel reparto infettivi dell’ospedale di Cagliari. Ho vissuto tutto il caos di quei tempi, i turni massacranti, lo stress. Ho cercato una via d’uscita proprio in Norvegia. L’offerta mi ha convinto subito: contratto a tempo indeterminato, alloggio gratuito, bollette pagate, bonus di 1000 euro annuali per i voli, e l’auto in uso (con rimborso del carburante) per gli spostamenti da una struttura all’altra”. Di tornare in Italia i due ragazzi non ci pensano proprio, così ammette l’infermiere sassarese: “Molti mi dicono: si però lì fa freddo ed è sempre buio. Io rispondo che qui si vive benissimo, ho tanti amici e le condizioni di lavoro sono eccezionali. Consiglio a tutti i giovani di fare questa esperienza”.

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