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Terrorismo islamico, allarme: "Dove possono colpire"

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L'attentato sotto la Torre Eiffel in Francia da parte di un uomo già condannato per terrorismo nel 2018 ha fatto ripiombare l'Europa nell'incubo: tra i sorvegliati speciali soprattutto i mercatini di Natale, già in passato bersaglio di attentati. Le città, in particolare le Capitali, reagiscono rafforzando le misure di sicurezza: a Parigi, per esempio, dopo quanto successo ieri, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto alla premier Elisabeth Borne di convocare una riunione sulla sicurezza. 

Della questione attentati e sicurezza si parlerà anche nei colloqui tra i ministri degli Interni dell'Unione europea martedì 5 dicembre a Bruxelles, come ha fatto sapere la commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson. Sul tavolo pure il nuovo Patto sull'asilo e la migrazione. Intanto in Italia si lavora sul dossier sicurezza ininterrottamente da quando è iniziata la guerra tra Hamas e Israele. Il Viminale, in particolare, starebbe studiando un piano ad hoc. "Confidiamo sul nostro sistema tradizionale di prevenzione, però l'attenzione deve rimanere alta", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. 

 

 

 

Per evitare attentati come quelli che di recente hanno scosso Francia e Belgio, in Italia subito è stato alzato il livello di allerta su tutti i potenziali obiettivi: da Nord a Sud, come riporta il Messaggero, sarebbero oltre 28mila i target. L'attenzione è concentrata soprattutto sui luoghi sensibili della comunità ebraica, ma anche sulle stazioni ferroviarie, presidiate dai militari dell'Esercito almeno fino al 31 dicembre. Militari che si aggiungono ai 5mila già a disposizione dei prefetti per l'operazione Strade sicure. La preoccupazione maggiore riguarda i lupi solitari, soggetti che si radicalizzano e decidono di agire da soli. Tra gli obiettivi del Viminale anche il tentativo di arginare gli ingressi di persone potenzialmente pericolose. Di qui la delineazione di una mappa geografica dei jihadisti allontanati dall'Italia. Dall'analisi emerge che buona parte dei migranti irregolari radicalizzati proviene dalla Tunisia

 

 

 

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