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Extinction Rebellion, l'ultima follia: "Olimpiadi ribelli", chi c'è nel mirino

Daniela Brucalossi
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Cattivi propositi per l’anno che viene». No, non è uno scherzo, bensì lo slogan motivazionale apparso sulla pagina Facebook della sezione milanese di Extinction Rebellion, il gruppo di eco-vandali che, per «protestare contro la crisi climatica», ama imbrattare opere d’arte, monumenti e corsi d’acqua con coloranti e vernici. Insomma, non proprio le azioni che ci si aspetta da qualcuno che si definisce «ecologista». E la lista che Extinction Rebellion ha stilato con i cattivi propositi del 2024 è abbastanza corposa. In altre parole, ne vedremo delle belle. «Se i governi minacciano l’umanità, evitando di agire contro la catastrofe ecologica e climatica, ribellarsi è la cosa giusta da fare», scrivono gli eco-vandali, promettendo «un premio» a chi «riuscirà a dipingere di verde fluo quel tale, ministro della Repubblica, che raglia “in galera in galera” ogni volta che la ribellione per la giustizia ecologica e climatica batte un colpo». Anche se non vengono fatti nomi, il destinatario della minaccia (per niente velata) è chiaro: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

BERSAGLIO GROSSO
Anche perché la sua faccia, solo parzialmente nascosta da della vernice verde, appare chiaramente in un fotomontaggio. La modalità con cui si intende attaccare il ministro non è ancora chiara: viene lasciato spazio all’estro dei cosiddetti «attivisti». «Sarà un gavettone, una torta in faccia, una latta di pittura (lavabile) lo strumento migliore? Chi vincerà il premio?». Ma non è finita qui. Extinction Rebellion ritiene che il modo migliore per chiedere al governo nazionale più azioni contro la crisi climatica sia «circondare il Parlamento di carta colorata, avvolgerlo completamente fino a sigillarne le uscite e poi tagliare il condizionamento durante una torrida giornata estiva». A quel punto, il geniale piano sarebbe quello di «far uscire i nostri rappresentanti solo quando avranno lasciato il potere legislativo sulla giustizia ecologica e climatica a un’assemblea sovrana e popolare di cittadine e cittadini estratti a sorte». Più chiaro di così.

 



E nel frattempo? «La fantasia al potere», se la ridono gli eco-vandali. «Cieli fucsia, nevi nere, scritte sui muri e sulle montagne». Chiaramente, tutto nel pieno rispetto dell’ambiente. Nel fitto calendario del gruppo c’è persino spazio per delle «Olimpiadi ribelli tra Bruzzano e Corvetto al posto di quelle “vere” di Milano Cortina» del 2026, per le quali il mondo ci guarda già. Cosa voglia dire non è chiaro, ma la sensazione è che si preannuncino disordini e atti vandalici, non gare sportive. Tanto per farsi notare. Perché agli eco vandali piace tanto farsi notare, rompendo le scatole al prossimo.

 

 



L’agenda del gruppo prevede anche la piantumazione «di alberi da frutta al posto di una strada» (magari nel centro di Milano direttamente nel cemento?) e «ballare in tantissimi il 25 aprile contro il Fascismo vecchio e nuovo, ma anche il 26 e il 27 contro il business che ci ottunde ed uccide». Insomma, la ricetta perfetta per far sì che le proprie richieste vengano prese sul serio dalle istituzioni. In fondo al post Facebook, gli illuminati autori e amministratori della pagina chiedono agli utenti di scrivere nei commenti quali sono i loro «cattivi propositi». Ma sembra che, per ora, nessuno abbia avuto voglia di commentare. Forse anche a causa dell’azione intrapresa dalla Questura di Venezia dopo che, lo scorso 9 dicembre, i membri di Extinction Rebellion – in protesta contro «i vuoti intenti» della 28esima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – avevano pensato bene di versare un colorante fosforescente nel Canal Grande del capoluogo veneto, nel Naviglio Grande e Pavese a Milano, nel canale Moline del Reno a Bologna, nel Po a Torino e nel Tevere a Roma.

ACQUA VERDE
Risultato? I corsi d’acqua si sono tinti di un verde acceso mentre la Questura veneziana ha notificato 28 denunce, emesso tre daspo urbano di 48 ore e cinque fogli di via dalla città per quattro anni. Il gruppo ha assicurato che il colorante utilizzato, la fluoresceina, «non è dannoso per l’ambiente e per gli animali», essendo anche utilizzato in geologia per tracciare i corsi d’acqua sotterranei. Ma sulla sua tossicità ci sono pareri discordanti. Le prove generali del reato erano avvenute nel marzo 2023: anche in quel caso, gli eco-vandali avevano versato la fluoresceina nel Canal Grande per testarne gli effetti ma senza rivendicare l’azione. Del resto la stessa cosa è avvenuta con i loro «cugini» di Ultima generazione, altri eco vandali da combattimento, quando hanno pensato di usare solo vernice lavabile, rivelatasi di tutt’altra natura. Con costi di ripulita a carico della comunità. Brava gente sì, come no... 

 

 

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