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Vercelli, stangata-Imu per l'anziana nella casa di cura

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È uno pacato, che non strilla, non alza mai la voce. Luigi Guelpa è un giornalista e, di certo, non è abituato a scandalizzarsi facilmente. «Tutto questo è assurdo», dice, però, girandosi e rigirandosi una busta verde, la classica notifica di una multa, tra le mani. L’ha ricevuta poco dopo Natale. Anzi, l’ha ricevuta sua madre, la signora Filomena Sasso: 78 anni, vedova, in stato semi-vegetativo almeno dal 2021, ospite di una casa di riposo da prima della pandemia. Ecco, appunto. È proprio questo il nodo di tutta la faccenda.

Il Comune di Livorno Ferraris, paesotto piemontese di poco più di 4mila anime, in provincia di Vercelli, chiede alla signora Filomena di pagare una sanzione perché, nell’ultimo periodo, non ha versato l’Imu, l’imposta municipale unica. E non lo ha fatto, no, questa donnina che va per gli ottanta, per una ragione semplicissima: lei ha una casa (la prima casa, ha solo quella) a Livorno Ferraris (sarebbe più corretto scrivere che aveva, ma poi ci arriviamo), epperò da quattro anni vive in una residenza per anziani, sempre nell’hinterland, cioè sempre nel Vercellese.

 

 

L’IMMOBILE - Non ha acquistato un secondo immobile, non è diventata proprietaria di un fondo o di un terreno, agricolo o edificabile o quel che è: niente di tutto ciò. Zero. Si è solo dovuta trasferire, per ovvie esigenze di salute e di assistenza, in un centro che la potesse seguire e che fosse in grado di prendersi cura di lei. Fine della storia e inizio dei guai. Guai che, tra l’altro, si traducono in un avviso di pagamento di 1.279 euro e relativo unicamente al 2020. «Arriveranno anche gli altri», è sicuro Luigi, «siamo solo all’inizio. È tragicomico».

Lo è per davvero. «Mia madre è invalida. È cieca da quattordici anni, con l’età le è venuto l’Alzheimer e abbiamo deciso di ricoverarla nel 2019 perché era molto difficile trovare badanti che potessero seguirla. Era una situazione complessa da gestire». Non che debba giustificarsi, Luigi: son scelte private, son scelte che spettano alle famiglie, son scelte, alle volte, persino obbligate. «Mio padre era morto, a lei è venuto anche un ictus che l’ha ridotta in uno stato semi-vegetativo. Per alimentarsi è collegata a una macchina Peg». Giusto per capire.

TRASFERIMENTO - A queste condizioni è pacifico che la signora Filomena non possa più vivere a casa sua, sicuramente non da sola, e nonostante una casa ce l’abbia, di proprietà, registrata al catasto, con tutti i documenti e le scartoffie bollate in ordine. «L’appartamento nel quale stava era suo a tutti gli effetti», spiega ancora il figlio, «suo e di nessun altro, io avevo rinunciato alla mia parte quando è morto il papà. E abbiamo continuato, in questo periodo, a pagare le spese». Quelle condominiali, la quota fissa del riscaldamento, le utenze, la luce, il gas, che anche se non lo usi ci sono i costi fissi, altrimenti ti staccano la linea. Tutto regolare: «Circa 2mila euro all’anno. Fino all’ottobre del 2023 quando abbiamo deciso di vendere e abbiamo trovato un compratore». (Ci siamo arrivati). Bene. O forse non così tanto bene.

 

 

Perché sotto le feste, nella casella postale della residenza nella quale la signora Filomena adesso vive a tutti gli effetti, arriva quella lettera verde. «Non è indirizzata "a Filomena Sasso presso la residenza", no», Luigi è ancora incredulo, «c’è l’indirizzo, il numero civico e il cap, come se lei non fosse un ospite e basta». Così Luigi si mette al computer, fa una piccola ricerca (neanche troppo difficile, è sufficiente scartabellare un po’ sul sito amministrativo del Comune) e incappa nel regolamento del Comune di Livorno Ferraris per l’Imu. Anno di approvazione della delibera, 2020: «Articolo sei, punto f», recita col piglio di chi si sente vittima di un’ingiustizia (non a caso il suo legale, l’avvocato Sandra Lodigiani, oggi andrà in Municipio per cercare di chiarire la questione): «“Sono considerati abitazioni principali (...) l’unità immobiliare posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituto di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata”».

IL REGOLAMENTO - «È tutto lì, è scritto nero su bianco. Fino alla vendita, quella di mia madre è stata a tutti gli effetti una prima casa. Viene quasi il dubbio che non sia avvenuta nessuna verifica di controllo sull’indirizzo in cui risiede ora, che è quello di una residenza per anziani». Insomma, potrebbe pure trattarsi di un banale errore, di una svista. Vai a sapere. «E dire che ogni giorno si leggono e si documentano episodi di gente abusiva che occupa case altrui senza alcun diritto...». Lascia la frase in sospeso, Luigi. Ma il senso è chiarissimo. 

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