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I progressisti odiano le forze dell'ordine e non lo nascondono

Alessandro Gonzato
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Sono tornati i compagni anti “sbirri”. A sinistra, dopo gli scontri tra poliziotti e studenti a Pisa, si rievocano i manganelli del G8 di Genova e Carlo Giuliani, il bravo ragazzo che prima di venire ucciso da Mario Placanica con un colpo di pistola – l’agente fu prosciolto: “legittima difesa” e “uso legittimo delle armi” – gli stava scagliando addosso un estintore. Di Giuliani ne scrive Concita De Gregorio su Repubblica.

Del «clima di repressione», «dei minori trattenuti e immobilizzati per terra» ne parla invece la Schlein, la segretaria Dem per la quale «non siamo di fronte a un episodio isolato» - la reazione dei poliziotti a Pisa dopo che altre anime candide li avevano presi a calci e sputi– ma in Italia, questo l’Elly-pensiero, «il governo delle destre» avrebbe preso l’abitudine di ordinare le cariche contro i manifestanti. Per i compagni le violenze in Italia hanno raggiunto quelle del Cile di Pinochet, anche se per Di Maio era un dittatore venezuelano. Sentite che piglio Chiara Gribaudo, capogruppo del Pd alla Camera: «Anziché legittimare le parole vergognose del suo partito che accusa gli avversari politici di essere la causa dei disordini» dunque i colpevoli sono i poliziotti «Meloni venga in parlamento ad assicurare che la libertà di manifestare continuerà a essere garantita come prevede la Costituzione».

 

 

 


Il rosso Nicola Fratoianni carica a testa bassa: «Fratelli d’Italia risponde col solito mantra, “è colpa della sinistra!”». Fratoianni rilancia: «Le manganellate sulla faccia degli studenti sono un fatto talmente serio che è dovuto intervenire il presidente della Repubblica. Visto il silenzio della Meloni mi pare di capire che la nota di Fdi sia condivisa dalla presidente del Consiglio: sarebbe un modo, nemmeno troppo nascosto», prosegue il capo di Sinistra Italiana, «per prendere le distanze dalle parole serie di Mattarella. Mi pare un anticipo di conflitto istituzionale per il premierato». Il verde Angelo Bonelli chiede le dimissioni del questore di Pisa: «Ho visto la furia della polizia che ha scaricato una violenza incredibile sui ragazzi. Non c’è nulla che possa giustificare questa squallida violenza. Il questore» - rieccoci «aveva anche la responsabilità della pianificazione dell’ordine pubblico ai tempi del G8 di Genova».

 

 

 


IPOCRISIA

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, si mette la kefiah: «Crediamo che serva immediatamente una legge che introduca bodycam e numero identificativo per gli agenti, come previsto da una nostra proposta di legge. Non solo perla tutela dei privati cittadini», sottolinea Magi, «ma anche nell’interesse delle stesse forze dell’ordine». Certo: Magi lo fa per i poliziotti, si capisce. Ci prova pure Peppe De Cristofaro, che è un parlamentare dell’Alleanza Verdi e Sinistra: «I numeri identificativi sulle divise e i caschi non tutelano solo i manifestanti, ma tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine». La dem Boldrini era stata tra le prime a urlare per «le cariche della polizia su un gruppo di studenti che manifestavano a favore della Palestina». «Si vedono ragazze e ragazzi inermi», aveva continuato, «manganellati dalla polizia in tenuta anti-sommossa».

 

FATICA SPRECATA

A destra ci provano anche a disinnescare i compagni: il forzista Gasparri ribatte che «questo è un Paese libero e democratico dove qualcuno ha anche la possibilità di dire che preferisce i terroristi di Hamas al popolo in divisa italiano. Io preferisco la polizia», la stoccata; tenta anche Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera: «Le forze dell’ordine rappresentano lo Stato, e sminuirle significa volerle delegittimare, indicandole a bersaglio da chi da mesi cerca di alzare il livello dello scontro». Tentativo inutile. Sandro Ruotolo, responsabile della comunicazione Dem, preme il grilletto del suo baffo armato: «Evidentemente il governo vuole alimentare un clima di tensione che non fa bene al Paese». È un baffo a salve.

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