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Torino, sesso per droga: "Rapporti con 40 clienti al giorno". Ragazze e madri insospettabili

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“Stavo a casa di Monique anche per quattro giorni di fila e avevo rapporti con 30 o 40 clienti al giorno. Tutto il denaro me lo fumavo subito. Tutto in crack”. È questa la triste realtà delle tante ragazze che si prostituivano in una casa sudicia di Torino. Martedì 5 marzo, dopo che l’indagine aveva preso il via nel 2021, si è conclusa la fase dibattimentale del processo. Due assoluzioni per gli spacciatori, 2 anni e 8 mesi più 3 mila euro con l’accusa di sfruttamento della prostituzione per il transessuale Monique, colui che organizzava gli appuntamenti delle ragazze.

Studentesse, giovani lavoratrici ma anche madri. È questo l’identikit delle insospettabili che, pur di avere una dose di crack, si prostituivano. Decine di clienti al giorno pur di potersi fare. Prestazioni pagate in base al livello di astinenza delle ragazze che, in questo modo, arrivavano a vendersi per neanche 20 euro. Lì, in via Urbino 33, nella casa di Monique. Sesso di gruppo, sempre sotto gli occhi del transessuale che gestiva l’ingente flusso di clienti che transitava.

 

 

Una dipendenza terribile, testimoniata nei racconti raccolti da Repubblica. Una barista di piazza Vittorio, finito il turno alle 23.30, pur di arrivare in fretta alla casa di appuntamenti, prendeva il taxi. “Così ci metto solo 9 minuti”. La mamma di una bambina, contattata per partecipare a una serata, aveva risposto così al telefono: “Non posso, sono con mia figlia”. Ma dopo pochi minuti aveva già cambiato idea: “Posso stare mezz’ora”. Tempo che poi veniva puntualmente prolungato per avere altre dosi di crack.

“Prima lo facevo, prima potevo fumare. Ho conosciuto almeno dieci ragazze che si prostituiscono per Monique. È una prostituzione strana, nel senso che non c’è mai un’entrata di soldi. Il denaro che la ragazza guadagna viene subito investito nel crack che si fuma. Tutto il denaro me lo fumavo subito. Tutto in crack” racconta una studentessa che partecipava al giro di droga e prostituzione. Una realtà drammatica di cui, purtroppo, sono vittima moltissime ragazze dipendenti dal crack, sempre più diffuso a Torino.

 

 

Due dei pusher imputati, entrambi assolti su richiesta delle avvocate Stefania Agagliate, Silvia Bregliano e Flavia Pivano, si sono difesi dichiarandosi estranei al giro di prostituzione: "Signor giudice, qui hanno fatto un castello, ma parliamo di drogati. Non sono un santo ma non sfrutto le persone. Adesso vado al Serd, ho smesso. Non c’era gente che diceva fai questo o quello. Eravamo solo dei drogati". Altri due spacciatori che rifornivano la casa hanno invece patteggiato pene a oltre un anno di reclusione. A uno sono contestate oltre 108 cessioni di droga.

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