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Madonna di Trevignano, il vescovo blocca tutto: "Fermate i raduni"

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Caterina Maniaci
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Alla fine è arrivata la “sentenza” ufficiale della Chiesa, con toni che non lasciano spazio a interpretazioni: nessuna apparizione supernaturaliter, soprannaturale, a Trevignano, ridente località sulle rive del lago di Bracciano, a non molta distanza da Roma. Nessuna apparizione della Madonna e la veggente presunta può mettersi il cuore in pace: i pellegrinaggi e qualsiasi atto di devozione legati a tutto quel che ruota intorno a lei e a quanto da lei proclamato non saranno più organizzati né tollerati, così come dichiara il vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi. Il quale, appunto, ha emesso un decreto nel quale si legge che «riguardo ai fenomeni di apparizioni e rivelazioni asseriti da Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) e da Gianni Cardia: constat de non supernaturalitate». Non c’è niente di soprannaturale.

STOP AI SACRAMENTI
Il vescovo chiede invece alla presunta veggente di intraprendere un cammino di purificazione. La stessa Gisella viene definita «inattendibile» e «autoreferenziale». Nel decreto si impone «ai sacerdoti il divieto: di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano, sia nei terreni di proprietà dell’Associazione “Madonna di Trevignano ETS” che in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali». Divieto anche «di recarsi nel luogo dell’apparizione alimentando nei fedeli l’idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale». A Gisella Cardia, Gianni Cardia e a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti si chiede «il rispetto e l’adesione alle decisioni del Vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale». Altrettanto chiaro, nel decreto, il fatto che «il titolo “Madonna di Trevignano” non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile». Il vescovo Salvi, inoltre, avverte «i fedeli circa l’obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall’organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano o che siano atti a fare pressione sul Vescovo diocesano per modificare le proprie legittime decisioni sugli eventi stessi».

 

 


SCOMUNICA
Una sorta di scomunica, dunque, o meglio di non riconoscimento che arriva dalla diocesi di Civita Castellana al termine dei lavori della Commissione di esperti (un mariologo, un teologo, un canonista, uno psicologo, insieme alla consulenza esterna di alcuni specialisti) chiamati ad esprimersi sui presunti fenomeni soprannaturali che avevano attirato migliaia di pellegrini, e pure molte critiche, su questa località alle porte di Roma, fino a qualche tempo fa soprattutto meta di gite e passeggiate in pieno relax. Mentre Gisella Cardia è ritenuta «inattendibile» e «autoreferenziale». Cala il sipario su questa storia? Dal punto di vista delle autorità ecclesiastiche certamente sì. Una vicenda che ha tenuto banco a lungo presso l’opinione pubblica, sollevando anche perplessità, polemiche e aperte accuse, da parte di ex fedeli che si sono considerati truffati dalla “santona” Cardia, dopo aver versato cifre di non poco conto.

LA STORIA
Nel decreto emesso lo stesso vescovo ripercorre la storia. A cominciare dal 2016, quando Gisella, accompagnata dal marito Gianni, dopo un passato (controverso) da imprenditrice in Sicilia, riferisce pubblicamente di presunte apparizioni della Beata Vergine Maria, di Gesù e del Padre, proprio in quel di Trevignano. Arrivano curiosi, fedeli in buona fede, suore, sacerdoti, anche alti prelati. Sta nascendo un vero luogo di culto, con pellegrinaggi, preghiere, messe celebrate, statue, altari, offerte... che poi saranno rimossi. Lacrime di sangue compaiono su una di queste statue e si grida al miracolo. Nel gennaio 2023 arriva il nuovo vescovo e in aprile, tra le altre cose, viene disposta un’indagine accurata sui fatti e le persone coinvolte. Dopo aver soppesato e vagliato nuovamente il contenuto dei messaggi trasmessi dalla presunta veggente e tutto il materiale raccolto, la commissione voluta dal vescovo ha ascoltato le testimonianze delle diverse persone coinvolte a vario titolo nella vicenda, compresa ovviamente la presunta veggente e il consorte. La relazione finale viene trasmessa al vescovo nel gennaio scorso e quindi ecco il decreto con la sentenza: niente di soprannaturale, a Trevignano. Non nel nome di Gisella Cardia. 

 

 

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