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Vigevano, il santuario specializzato in grazie agli studenti: "Gesù, fammi promuovere"

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Caterina Maniaci
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Varrà anche di più il pellegrinaggio degli studenti verso il santuario della Madonna della Bozzola, nella diocesi di Vigevano, 17 chilometri in mezzo a campagne e cascine, se fatto sotto la pioggia battente... Possono esserselo chiesto i ragazzi che ieri mattina, alle otto, in partenza dal duomo di Vigevano, dopo il saluto del vescovo monsignor Maurizio Gervasoni, si sono incamminati e inzuppati verso il santuario, in questo appuntamento ormai diventato consuetudine. Perché l’esame di maturità, nonostante tutto, continua a essere temuto, e resta uno dei pochi, reali riti di passaggio, spartiacque tra l’adolescenza e la gioventù. E quindi per superare questo scoglio servirà certo studiare, ma un aiutino dall’alto è sempre bene procurarselo.

Così, anche se la maggioranza ostenta indifferenza e a volte persino ironia beffarda nei confronti delle pratiche religiose, molti studenti invece decidono di ripercorrere le orme degli antichi pellegrini e andare fisicamente a impetrare la grazia al santo preferito. Ci sono infatti protettori e luoghi preferiti per chi deve superare prove ed esami. Uno dei più “gettonati” è quello di San Gabriele dell'Addolorata, ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo. Qui i maturandi si ritrovano per un "ritiro spirituale con preghiera, confessioni, messa e momenti di festa", come recita il programma-invito rivolto ai ragazzi. Un momento clou è rappresentato dalla "benedizione delle penne", che poi, ovviamente, verranno usate durante le prove d'esame, protette e “potenziate” dal rito. Siccome però sempre di studenti si tratta, al sacro si mescola il profano, o meglio la goliardia, per cui gli studenti dell’Aquila, ad esempio, vanno al ritiro, sì, ma dopo aver organizzato una vera e propria battaglia con lanci di uova e farina nella zona di Colle Sapone. Gli eccessi, poi, sono in agguato: nel 2018 qualcuno dei giovani pellegrini è dovuto ricorrere alle cure dei medici perché decisamente ubriaco, ma questo con la raccomandazione divina c’entra poco.

 

 

 

A Livorno gli studenti che vogliono assicurarsi una protezione totale devono adempiere ad una serie di riti complessi nel Santuario di Montenero: devono salire i gradini della scalinata in ginocchio, saltellare lungo la piazzetta su una gamba tante volte quante il voto che si vuole ottenere, , tirare (girati di schiena) una moneta al di sopra dell'arco con la speranza che l'attraversi, accendere il cero dopo aver scritto il voto desiderato e metterlo nella cappella della Madonna, senza dimentica ovviamente di recitare una devota preghiera.. Pellegrinaggi sono organizzati in visita alla Madonna di Civitavecchia, a San Giovanni Rotondo, per invocare Padre Pio, quello di Santa Rita da Cascia, dove anche qui si usa far benedire le penne.

Di nuovo al Nord, a Oropa, nel grande santuario mariano nella provincia di Biella, gli studenti sono di casa, con tanti campi estivi, ritiri, esperienze varie; alcune scuole hanno organizzato pellegrinaggi in concomitanza dell’inizio dell’anno scolastico. Passando dal nordest, a Padova si trova uno dei santuari più frequentati, e ricchi di devozione, del mondo: la basilica di sant’Antonio. Proprio nella grande basilica esiste una cappella oggetto della devozione “mirata” di chi studia, dove rivolgersi al beato Luca Belludi. Entrato a 25 anni nell’Ordine francescano, è stato probabilmente tra i primi studenti e poi giovane docente della neonata università patavina (nata nel 1222). Fra Luca è invocato in particolare dai numerosi studenti che dal mondo intero frequentano l’università, ma anche dai ragazzi delle secondarie e delle superiori che si rivolgono a lui prima di verifiche o interrogazioni. Tanto è vero che i frati antoniani hanno voluto rinnovare lo storico “santino” che ormai da molti anni era disponibile presso la sua tomba, con un’ azione di restyling per la grafica e anche per la tradizionale preghiera, con una duplice versione: l’una rivolta agli universitari e l’altra ai ragazzi più giovani.

 

 

 

A proposito di patroni, c’è un altro santo a cui rivolgersi in caso di esami, un altro più celebre frate francescano, confratello di Luca Belludi, san Giuseppe da Copertino. Singolarissima figura di religioso, “illetterato", ma "poeta" e protettore degli studenti, perché, non avendo potuto farlo da ragazzo, ha sempre poi studiato molto in età più matura; protettore , tra l’altro, degli aviatori, per il dono più unico che raro, di staccarsi da terra col corpo oltre che con lo spirito. Chi volesse rivolgersi a lui, farebbe bene ad andare a Osimo, nelle Marche, dov’è nato, e dove sorge la basilica-santuario a lui dedicata, in cui si conservano le sue spoglie mortali.

 

 

 

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