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Bari, baby-escort: ecco chi spunta tra i clienti. "Porta il regalino grosso"

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Un caso che terremota la Bari-bene. Una vicenda di prostituzione minorile. Gli stessi indagati parlavano di "Squad Girls", ossia la rete di ragazze minorenni dedite alla prostituzione che gestivano. Baby-squillo, manovrate da quattro donne, tutte finite in carcere, e due uomini di 19 e 25 anni. La custodia cautelare arriva su richiesta di Giuseppe Ronzino, gip del Tribunale di Bari, al termine di una lunga indagine della Squadra mobile. Una storia torbida, di incontri che avvenivano nelle suite di alberghi di lusso e di alcuni B&B, il tutto tra Bari, Monopoli e Trapani. Festini pieni zeppi di champagne e cocaina.

Una vicenda denunciata dalla madre di una delle minori coinvolte, che aveva intercettato delle storie su Instagram che avevano fatto scattare il sospetto. Per le prestazioni, il prezzo arrivava fino a 350 euro. E in una fotografia agli atti della Procura ecco che una delle baby-squillo coinvolte si mostrava "in compagnia di Sabino Capriati, detto Bino, esponente dell'omonima storica organizzazione criminale operante nella città vecchia di Bari e in provincia", spiega l'ordinanza di custodia cautelare. "Si tratta figlio di Raffaele Capriati, detto "Lello", scarcerato dopo un lungo periodo detentivo per l'assassinio del sedicenne Michele Fazio e deceduto lo scorso primo aprile".

Dunque le intercettazioni, da cui emerge il degrado sullo sfondo di questa vicenda. "Porta il regalino grosso", diceva a un cliente una delle tre escort minorenni. E il cliente - nel dettaglio si tratta del proprietario di un famoso ristorante sul lungomare di Bari - rispondeva: "Tu mi piaci veramente molto, nonostante l'età. Ma il numero della tua amica lo posso avere?". "O ancora: "Ci organizziamo bene bene, vi faccio divertire!". 

Poi le parole delle minori, la descrizione delle donne che le sfruttavano fornita alle forze dell'ordine: "Si chiama .... è un po' cicciotella, lei fa quello che fanno loro, si prostituisce. Ma non si può cominciare senza di loro, si lavora insieme: se si guadagna mille euro bisogna dare loro 500 euro". E ancora, il gip nell'orindanza spiega che qualche ragazza riusciva a liberarsi dal controllo delle indagate, per poi iniziare a prostituirsi in proprio.

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