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La Liberazione di Roma snobbata dai compagni per non dire "grazie" ai cattivi americani

Alberto Busacca
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Era un giorno importante, ieri. L’ottantesimo anniversario della Liberazione di Roma, avvenuta il 4 giugno 1944. Insomma, in un Paese, il nostro, in cui si parla di fascismo un giorno sì e l’altro pure, in cui si dà ampio spazio (giustamente) alle celebrazioni del centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti, in cui si discute abbondantemente (ancora giustamente) del cinquantesimo anniversario della Strage di piazza della Loggia, in cui si pesano col bilancino (meno giustamente) tutte le parole del premier su quello che è successo nel corso del Novecento, bé, in un Paese così attento al passato ci saremmo aspettati che l’ottantesimo anniversario della Liberazione di Roma venisse celebrato con una certa enfasi. Manifestazioni ufficiali, dichiarazioni di politici, post sui social. E invece, guarda un po’, l’anniversario è passato praticamente inosservato.

QUINTA ARMATA

È soprattutto la sinistra, solitamente così sensibile all’argomento fascismo, ad aver snobbato l’appuntamento. Intendiamoci, la Liberazione di Roma è stata ricordata ufficialmente dalle istituzioni, in particolare dal sindaco Roberto Gualtieri. Però, insomma, oltre al primo cittadino non ne ha parlato praticamente nessuno. Come mai? La risposta è piuttosto ovvia e ci permette di arrivare al cuore del problema. Chi ha liberato la Capitale d’Italia? Semplice: gli americani. In particolare la 5ª Armata statunitense del generale Mark Wayne Clark. E i partigiani? I partigiani, per la verità, non è che abbiano avuto un ruolo significativo. Come si dice: a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca. E così il sospetto è che i progressisti si siano “scordati” della Liberazione di Roma proprio per non dover celebrare i soldati alleati.

 

 

 

VADE RETRO YANKEE

Dell’insofferenza della sinistra verso l’America, su Libero, ne abbiamo scritto proprio ieri. In riferimento agli attacchi che da quella parte sono arrivati nei confronti della Nato. Come quello di Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra: «La Nato è un’alleanza che risale a un altro tempo, e la sua funzione è stata raramente di stabilizzazione». O quello di Marco Tarquinio, ex-direttore di Avvenire e candidato del Pd alle Europee nella circoscrizione Centro: «La Nato non ha più scopi solo difensivi. Così com’è ora porta alla guerra. Dev’essere sciolta». Queste posizioni non sono così isolate all’interno del fronte progressista. Il fastidio verso gli Usa è una cosa che da quelle parti si portano dietro fin dal Dopoguerra. Un riflesso condizionato che ha le sue radici nella vicinanza del Partito comunista all’Unione sovietica. Altri tempi. Ma anche se l’Urss non c’è più e il muro di Berlino è caduto, i compagni non riescono a risvegliarsi dal loro "sogno antiamericano".

 

 

 

IL MESSAGGIO

Come detto, ha fatto eccezione, ieri, il sindaco Roberto Gualtieri. Che, oltre ai discorsi e alle cerimonie ufficiali, ha fatto anche un lungo post su X: «80° anniversario della Liberazione di Roma: una data da non dimenticare. Il 4 giugno 1944 Roma veniva liberata dalle Forze Alleate dall’incubo nazifascista. Era l’alba di un nuovo giorno, fatto di speranza e riscatto per la nostra città e per l’intero Paese. Nel celebrarlo, vogliamo ricordare il coraggio e il sacrificio delle truppe alleate e quello dei partigiani che, con il loro eroismo, riscattarono l’onore dell’Italia dall’abisso in cui l’aveva precipitata il fascismo e resero possibile la rinascita della nazione nel segno della democrazia.

Con la Liberazione di Roma si compiva un passo decisivo per la sconfitta del nazifascismo e si avviava il percorso che avrebbe portato finalmente alla Repubblica e alla Costituzione». Ecco, bisogna ringraziare i militari americani e non si può usare per attaccare Giorgia Meloni accusandola di essere fascista: non stupisce che il resto della sinistra abbia preferito ignorare la ricorrenza... 

 

 

 

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