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Elettra Friselle, funerali bloccati: cosa non torna sulla bimba morta per un tappo di bottiglia

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Elettra Friselle è la bambina di soli 18 mesi che, lo scorso sabato a Lido di Venezia, morta soffocata da un tappo di un tubetto di dentifricio. Sulla tragedia, avvenuta mentre la piccola era in casa con la famiglia, ora si vuole fare chiarezza. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per accertare le cause della morte. Per consentire l'autopsia, i funerali di Elettra sono stati al momento bloccati. La Procura solo ieri, mercoledì 5 giugno, ha ricevuto segnalazione formale del "caso". E, nel giro di pochi giorni, dovrà entrare in possesso della documentazione clinica e delle informazioni sui soccorsi prestati alla bambina. Il pubblico ministero Stefano Buccini sarà chiamato a fare luce su quanto accaduto tra venerdì mattina, quando Elettra ha casualmente ingerito il tappo di plastica, e sabato, quando è deceduta all'ospedale di Padova, dove era arrivata in condizioni disperate. 

Ma la domanda che i genitori della bimba si stanno ponendo è: Elettra avrebbe potuto salvarsi? In un primo momento, la piccola era stata trasportata al pronto soccorso di Lido di Venezia, da cui è stato allertato un elisoccorso da Treviso. Tuttavia, un guasto al motore ha fermato il veicolo, perdendo tempo prezioso. Poi, un secondo elicottero era finalmente riuscito a trasportarla a Padova, dove i medici hanno tentato invano di salvarla. Ricoverata in rianimazione pediatrica e attaccata a un macchinario, la piccola ha lottato per la vita. Purtroppo, il tempo trascorso senza ossigeno è stato fatale, e la bambina è deceduta nella mattinata di sabato.

 

In casi come questi, l'apertura dell'inchiesta è un atto dovuto. Soprattutto se si tratta di una bambina così giovane. Sarà disposta un'autopsia per accertare le esatte cause del decesso, il che comporterà un ritardo nei funerali, che probabilmente non si terranno entro questa settimana. Il parroco di San Nicolò, don Paolo Ferrazzo, ha espresso la sua vicinanza ai genitori della piccola.

 

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