Salis, la testimonianza di Umberto: "Le case occupate? Le auguro di trovarsi nei miei panni"
"Voglio dire solo una cosa a Ilaria Salis e a chiunque la pensi come lei sulle occupazioni": a parlare è Umberto, un inquilino 59enne delle case popolari di Quarto, in provincia di Napoli, che ha commentando le recenti dichiarazioni dell'attivista sulle occupazioni delle case raccontando la sua odissea. "Dovrebbero provare, almeno una volta, la sensazione di rientrare dal lavoro, dall’ospedale, dal supermercato e vedere che la chiave non apre più la porta di casa tua, che qualcuno si è infilato nel tuo letto e si è disfatto dei tuoi vestiti, ha ripulito il frigo e buttato via i mobili dalla finestra come fossero spazzatura", ha detto all'Adnkronos.
"Dovrebbero sentirsi, almeno una volta, un fantasma - ha continuato Umberto -. Proprio come mi sono sentito io quando ho chiamato le forze dell’ordine e mi hanno risposto di tornare alla mia vita, di aspettare fin quando non sarebbe stato possibile liberare l’appartamento occupato da perfetti sconosciuti". Dopo aver subito l'occupazione della sua casa mentre era al lavoro, l'uomo è stato costretto a dormire per 9 giorni in auto. In suo aiuto è quindi intervenuto Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, lo stesso partito della Salis e di Fratoianni, che lo ha aiutato a rientrare nel suo appartamento dopo 9 giorni appunto.
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Sulla Salis, poi, Umberto ha aggiunto: "Non auguro il male a chi giustifica gli abusivi, gli auguro semplicemente di trovarsi in quegli stessi panni che io mi sono trovato a indossare una mattina di sei mesi fa". Raccontando la sua disavventura, l'uomo ha spiegato che lo scorso novembre, dopo essere andato a lavorare di prima mattina, "tempo mezz’ora e mi ha chiamato un vicino di casa avvertendomi che tre donne con bambini al seguito avevano occupato l’alloggio a me regolarmente assegnato. Tra noi ci avvertiamo sempre, perché succede continuamente che si abbia paura di allontanarsi, anche per poco, e di non poter rientrare in casa propria. E quella volta è toccato a me".
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