Pierina Paganelli, il giallo del pianerottolo maledetto

di Alessandro Dell'Ortolunedì 12 maggio 2025
Pierina Paganelli, il giallo del pianerottolo maledetto
6' di lettura

Tutto in un pianerottolo. Bugie, tradimenti, incontri clandestini, sotterfugi e rancori: è lì, in qui pochi metri tra le scale al terzo piano di via del Ciclamino 31 di Rimini, che si intrecciano le vicende e si nascondono i segreti della famiglia di Pierina Paganelli, 78 anni, uccisa il 3 ottobre 2023 nel garage del condominio. Tre appartamenti, cinque vicini di casa e un giallo - talmente intricato e ricco di suspense da sembrare uscito dalla mente geniale e un po’ perversa di Agatha Christie- che con il tempo si infittisce sempre di più, alimentato da continui colpi di scena, ripensamenti, personaggi controversi. Già, i protagonisti principali. Eccoli. Pierina Paganelli è la vittima, ex infermiera, testimone di Geova, separata e madre di tre figli: Giuliano, Chiara e Giacomo. E proprio Giuliano abita di fronte a lei, insieme con la figlia Giorgia e la moglie Manuela Bianchi, altra testimone di Geova. Nel terzo appartamento, infine, vivono Valeria Bartolucci e suo marito Louis Dassilva, 35 anni, senegalese, operaio metalmeccanico. Quest’ultimo, però, è anche l’amante di Manuela Bianchi e il timore che venga scoperta la loro intensa relazione clandestina (fatta di una serie interminabile di messaggini, regali e, dopo l’omicidio, pizzini di carta lasciati sotto la porta), secondo la Procura, sarebbe il movente del delitto per il quale attualmente lui è l’unico indagato per omicidio volontario, mentre lei è accusata di favoreggiamento.

COLTELLATE E RITROVAMENTO
La sera del 3 ottobre 2023 Pierina tornava da un incontro di preghiera con i Testimoni di Geova. Qualcuno che evidentemente conosceva bene le sue abitudini- l’ha aspettata nei parcheggi sotterranei del palazzo e l’ha uccisa con furia disumana, colpendola con 29 coltellate. L’aggressione sarebbe avvenuta alle 22.13, stando all’analisi delle registrazioni effettuate dalla telecamera di sorveglianza che un residente ha installato all’interno del suo box auto. Dal file audio gli inquirenti avrebbero isolato, oltre alle urla strazianti della donna, una voce maschile e una femminile. A ritrovare il corpo di Pierina è stata, la mattina successiva, la nuora Manuela Bianchi. La 53enne per 16 mesi ha sempre sostenuto di essere stata sola e di non aver capito che il cadavere fosse di Pierina, di essere andata da un vicino per chiedere aiuto e, successivamente, di aver bussato anche alla porta di Dassilva, il suo amante, per poi chiamare i soccorsi. Versione che, però, non ha convinto gli investigatori della Squadra Mobile i quali lo scorso marzo hanno indagato la donna per favoreggiamento (il suo alibi per il momento del delitto regge: ha cenato in casa con il fratello Loris e la figlia 17enne senza mai uscire dall’appartamento). E proprio a quel punto la Bianchi a sorpresa, dopo un interrogatorio durato 12 ore, ha ritrattato la sua versione iniziale spiegando di aver incontrato Louis Dassilva prima della scoperta del cadavere e che, anzi, è stato proprio lui a dirgli del corpo di Pierina. «Mi disse - ha riferito - che c’era una persona a terra tra le due porte tagliafuoco. Avevo capito che lui l’aveva già vista. Però lì per lì non ho capito altro ed il suo consiglio era di passare di lì e di stare zitta e di non dire che l’avevo vista. Anzi mi ha detto proprio così, però non ho capito il motivo».

Pierina Paganelli, perché è indagata la nuora Manuela Bianchi: svolta nel giallo di Rimini

Possibile svolta nel caso di Pierina Paganelli, l'anziana trovata morta il 3 ottobre 2023 nel garage di via del Cicl...

LA TEORIA DELL’ACCUSA
La Procura è convinta della colpevolezza di Dassilva. Secondo gli investigatori avrebbe agito con uno scopo ben preciso: togliere di mezzo Pierina, vista come possibile ostacolo alla relazione con Manuela. La Paganelli sapeva che la nuora aveva un “altro”, pur non conoscendone l’identità. Ne aveva parlato, al telefono, con i figli Giacomo e Chiara. Valeria (la moglie di Louis) però aveva sentito tutto e lo aveva riferito a Manuela: «Dicono che ti sei invaghita di un altro». Da quella frase sarebbe nato il timore della Bianchi e, per riflesso, di Louis. Se l’anziana avesse rivelato tutto, le loro vite sarebbero state rovinate: per il senegalese sarebbe finito il matrimonio con Valeria, la sicurezza economica e la storia d’amore extraconiugale, mentre la nuora di Pierina sarebbe stata cacciata dai Testimoni di Geova e messa al bando dai familiari. Per questo motivo, secondo l’accusa, Louis avrebbe ucciso Pierina e Manuela l’avrebbe coperto.

L’INDAGATO
Louis Dassilva è richiuso nel carcere “Casetti” di Rimini dal 16 luglio scorso, continua a dirsi innocente e nella scorsa settimana ha iniziato uno sciopero della fame che l’ha portato, dopo quattro giorni di digiuno, al ricovero nell’ospedale “Infermi” anche se non è mai stato in pericolo di vita. L’accusa lo considera l’assassino, ma non tutti ne sono convinti e, anzi, crescono sempre più gli “innocentisti”, tanto che per lunedì alle 9, davanti al tribunale di Rimini, è stata organizzata una manifestazione di solidarietà a suo favore. La verità è che, al momento, non esiste una prova schiacciante contro il senegalese, il quale ha sempre sostenuto (come confermato dalla moglie) che la sera dell’omicidio non si è mai spostato dal divano di casa e che la mattina del ritrovamento non è uscito. Le accuse contro Louis si basano perlopiù su semplici indizi e ipotesi. Come le riprese di una telecamera di sicurezza della farmacia di via del Ciclamino che mostrano, alle 22.17 del 3 ottobre 2023, una figura maschile di carnagione scura e corporatura snella, compatibile con Dassilva, dirigersi verso il civico 31. Ma sono molto sfuocate e compatibili anche con Emanuele Neri, un vicino di casa che si è addirittura riconosciuto nelle immagini: «Sono sicuro al mille per mille che quello sono io. Quella sera sono uscito dal bar e sono passato di lì per tornare a casa». Oppure la questione dei vestiti (Dassilva inizialmente avrebbe fornito agli inquirenti abiti diversi da quelli che indossava la sera del delitto) e dei cellulari (quello del senegalese nell’ora dell’omicidio risulta inattivo, mentre quello della sua amante si collega alla rete intorno alle 22.15, orario compatibile con la sua presenza al piano superiore del condominio dove il segnale è disponibile, a differenza del garage interrato). Però niente arma del delitto e, soprattutto, Dna: non ci sono tracce del profilo genetico di Louis né sul corpo della vittima né sulla scena del crimine.

MISTERI E STRANEZZE
A complicare - e rendere sempre più misterioso - questo caso, ci sono poi una serie di coincidenze ed episodi strani. Come l’incidente, cinque mesi prima dell’omicidio, di Giuliano Saponi, figlio di Pierina e marito di Manuela Bianchi. È stato travolto a poche centinaia di metri da via del Ciclamino, mentre era in bicicletta, da un furgone pirata ed è stato in coma per due mesi. L’ipotesi di molti era che alla guida del mezzo ci fosse proprio l’assassino della madre. L’uomo, che è stato in ospedale 171 giorni (lui è convinto che non ci sia assolutamente alcun collegamento tra lo schianto e l’omicidio), è stato dimesso 20 giorni dopo la morte di Pierina ed è tornato a vivere con la moglie nel pianerottolo maledetto al terzo piano di via del Ciclamino 13. Sì, maledetto (nel luglio 2024 sono state trovate sulle scale scritte ingiuriose e minacce tipo “Codarda”, “farai la fine di Pierina”, probabilmente rivolte a Manuela Bianchi, già presa di mira tempo prima) anche perché nell’ottobre 2024, a poco più di un anno dall’omicidio, l’abitazione di Pierina è stata presa di mira dai ladri, che hanno strappando i sigilli apposti dalla polizia giudiziaria e hanno smurato una piccola cassaforte nella camera da letto. Semplici malviventi o qualcuno che cercava oggetti particolari? La cassetta di sicurezza, che è stata trovata il giorno seguente in un campo a circa 200 metri di distanza dal palazzo, non conteneva nulla di valore, ma solo documenti della vittima.
Un giallo nel giallo, un altro mistero in una storia sempre più intricata e ricca di colpi di scena. Che per essere risolta, forse, avrebbe bisogno davvero di Miss Marple o Hercule Poirot.