Vaticanisti di lungo corso o dell’ultima ora; voi che volete essere in grado di intavolare una discussione sui temi caldi del momento - il nuovo Papa, lo stato della Chiesa, quanto Trump ha influenzato il Conclave - e fare una bella figura durante le cene chic e i party esclusivi o ad una qualsiasi ospitata in talk show e dibattiti, voi tutti che non volete rischiare di essere etichettati come “male informati” o peggio ancora passatisti e addirittura tradizionalisti per non saper riconoscere i segni di un sincero e autentico spirito innovativo applicato alla Chiesa stessa... ebbene, per voi si sta progettando uno strumento imprescindibile e di grande precisione scientifica. Sì, si sta progettando l’insostituibile Francescometro. Di che si tratta? Dal nome si dovrebbe evincere la sua funzionalità: serve infatti a misurare il grado di vicinanza o di separazione dal Francesco (papa) pensiero e dal suo stile. Di chi? Prima di tutto, ovviamente, del neo Pontefice, in modo da misurare accuratamente quanto Leone XIV si discosti o si allinei al suo predecessore. Naturalmente, lo strumento si potrà utilizzare, a cascata, sui collaboratori di Prevost, i cardinali,i vescovi, i nuovi nominati, i presidenti e i capi di governo, i ministri e i conduttori televisivi, campioni di tennis e calciatori, e via dicendo.
Saranno previsti dei criteri per la misurazione. Usa la macchina che usava Francesco? No, allora 60 per cento di bergoglionismo da accreditare. Va o non va ad abitare a Casa Santa Marta? Allora la quota si abbassa... Parla a braccio? Legge troppo? Fa i selfie di buon grado? Cammina a piedi? Arriva in ritardo? È abbastanza spiritoso? Continuerà sulla strada delle rivoluzioni messe in campo da Francesco? Usa scarpe consumate? Ama e cita abbastanza gli ultimi? Bisogna essere attenti a non farsi sfuggire i parametri, onde poi poterli sfoggiare senza esitazione nelle più disparate circostanze. Usando oculatamente le misurazioni del Francescometro si potrà “bollare” papa Prevost a seconda delle proprie inclinazioni, non importa se possono cambiare di volta in volta, basta sfoggiare una sicurezza pressocchè totale. Certo, il nuovo Pontefice è sicuramente bergogliano al cento per cento (fa fede il Francescometro) e non si sognerà di certo di “tornare indietro”; no, no, è evidente che con Bergoglio c’entra poco e vedrete, vedrete...(qui converrà accennare ad un sorriso condiscendente e non concludere la frase).
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Fin qui, si scherza, con un filo di amara ironia. Basterebbe sfogliare i giornali degli ultimi giorni, ascoltare le decine e decine di interviste, interventi, incontri e scontri su ogni tipo di media, però, per accorgersi che non siamo poi così lontani dalla realtà, non è poi tutto così irreale o surreale. In ogni caso, si può presumere che a nessun Pontefice verrebbe in mente di “scimmiottare” colui che lo ha preceduto sul soglio di Pietro, neppure di imitarlo, sia pure con intenti nobili e credibili. L’eredità viene raccolta e interpretata in modo personale; tanto per fare un esempio recente, quando è scomparso il grande Giovanni Paolo II a papa Benedetto XVI era piombata addosso la sua gigantesca ombra, ma Benedetto non ha neppure immaginato di poterlo imitare, del resto non sarebbe mai stato possibile. Ma ne ha raccolto l’eredità teologico-pastorale, che poi è eredità e patrimonio dell’intera Chiesa e della sua storia, come lo è ciascun pontificato. Succederà anche a Leone XIV. E per ipotizzarlo non c’è bisogno di un Francescometro.