"Garlasco. Una persona ha subito una condanna definitiva per omicidio, perché ritenuta responsabile oltre ogni ragionevole dubbio. Dopo 18 anni dal fatto, la stessa procura che aveva sostenuto l'accusa indaga un altro uomo, lo sottopone a test del Dna, draga un torrente alla ricerca dell'arma, perquisisce più persone, il tutto sotto i riflettori della stampa": a scriverlo in una nota è Enrico Costa, deputato di Forza Italia, a proposito del delitto di Chiara Poggi, la 26enne trovata morta nella villa di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007.
Per il caso è stato condannato l'ex fidanzato della giovane, Alberto Stasi. Mentre adesso che l'inchiesta è stata riaperta, sul registro degli indagati ci è finito Andrea Sempio, 19 anni all'epoca dei fatti e amico del fratello della vittima. È lui che, di recente, è stato sottoposto al test del Dna.
Garlasco, l'sms-choc di Paola Cappa: "Abbiamo incastrato Stasi"
Agli atti delle nuove indagini sul delitto di Garlasco anche 280 sms. I messaggi sarebbero stati inviati da Paola C..."Ragionevoli dubbi reciproci ed incrociati, grossi come una casa - ha proseguito Costa -. Cosa deve pensare un cittadino di fronte a questo evidente conflitto di atti giudiziari, con un condannato definitivo e un indagato/condannato mediatico? Sicuramente che una delle due strade intraprese è sbagliata. Sicuramente che qualcuno, prima o dopo, è stato tirato in ballo ingiustamente. Dal punto di vista formale non fa una piega. Da quello sostanziale, lascia aperti molti quesiti, a partire dal tema delle responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio, fino alle indagini (prima e dopo) svolte sotto i riflettori mediatici".