Una svolta, reale, nel delitto di Garlasco? Stando al parere dei giudici, al momento della condanna di Alberto Stasi, "non vi erano tracce di discesa dell'aggressore lungo la scala" di casa Poggi. All'epoca dei fatti le toghe non ebbero dubbi. Ma il loro fu un errore. La sentenza infatti era sbagliata: nonostante fosse già ben visibile, l'impronta numero 33 non fu mai presa in considerazione. Anche per questo motivo la Procura di Pavia sta procedendo a una rilettura integrale della scena del crimine.
Come riporta il Giornale, tra i tanti temi rivisti c'è l'ora del decesso di Chiara Poggi. Fino alle 9,12 del 13 agosto 2007, la ragazza era ancora viva. Il motivo? La vittima ha infatti disattivato il sistema di allarme di casa sua per aprire al suo assassino. Ma la finestra temporale si allarga e si restringe nel corso delle indagini e dei processi, fino a venire fissata tra le 9,12 e le 9,36 nella sentenza che condanna Stasi: una finestra "su misura", visto che il fidanzato di Chiara alle 9,36 riaccende il computer di casa.
Chiara Poggi, nella sua chiavetta Usb: "Abusati". Garlasco, l'ultima ipotesi
La "pista alternativa" del giallo di Garlasco più sconcertante è legata alla chiavetta Usb di Ch...Ma qualcosa non quadra. Secondo gli esami effettuati dal medico legale, Chiara sarebbe stata uccisa "tra le 11 e le 11,30". Questa indicazione, però, sparisce processo dopo processo. Tuttavia, se le lancette dovessero spostarsi due ore in avanti, Alberto Stasi risulterebbe innocente. E chi si ritroverebbe senza alibi? Proprio Andrea Sempio, oggi indagato. L'amico del fratello della vittima sostiene che tra le 9,12 e le 9,36 era a casa a Garlasco con suo padre, ma tra le 11 e le 11,30 era da solo. In quel frangente di tempo, si trovava a Vigevano, non incontra nessuno; non aggancia la cella telefonica della città. Alle 11,30 ha ricevuto un messaggio da un amico. E in quel caso risulta presente a Garlasco, agganciato alla cella di via S. Lucia.