Garlasco, "sesso bugie e video hot": l'affondo del legale di Sempio

L'avvocato dell'indagato scoperchia il calderone dei misteri della Lomellina: satanismo, esorcismi, sacrifici umani, festini a luci rosse. Chiara Poggi sapeva qualcosa?
martedì 27 maggio 2025
Garlasco, "sesso bugie e video hot": l'affondo del legale di Sempio
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A Garlasco siamo al "sesso bugie e video hot", parafrasando il titolo di un celebre, "scandaloso" film di Steven Soderbergh di fine anni Ottanta. A cavalcare l'ultima scabrosa teoria sull'omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto del 2007 è Massimo Lovati, l'avvocato di Andrea Sempio. In ordine di tempo, l'ultimo indagato con l'accusa di "concorso in omicidio" della 26enne. La prima inchiesta, con sentenza contestata ma passata in giudicato, si era chiuso con la condanna a 16 anni di carcere per Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara che si è fin da subito professato innocente. Pochi mesi fa, la Procura di Pavia ha riaperto il caso concentrandosi proprio su Sempio, l'amico di gioventù di Marco Poggi, fratello di Chiara, assiduo frequentatore della villetta di via Pascoli e per due volte in 18 anni già finito nel radar delle inchieste.

Lo scenario delineato dall'avvocato Lovati è sconcertante: si rievoca la catena di "strani suicidi" susseguitisi in Lomellina negli anni successivi alla morte di Chiara, il satanismo, il ricatto a luci rosse operato da due romeni nei confronti di don Gregorio Vitali, il parroco del vicino Santuario della Bozzola. Le voci sul giro di pedofilia che avrebbe attirato le attenzioni della stessa Chiara, che due mesi prima di venire uccisa aveva salvato sulla sua chiavetta Usb un documento word dal titolo inequivocabile, "Abusati550.doc", in cui aveva incollato vari articoli di giornale su quei fatti.

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Secondo Lovati, la vittima, venuta a conoscenza di "un segreto inconfessabile", sarebbe stata punita con la morte per non farla parlare. L'avvocato parla di "mandanti", "un sicario" entrato in azione quella mattina di agosto, di uno Stasi "innocente ma imbeccato". Suggestioni, solo suggestioni: "È una teoria che nasce dalla mia conoscenza del territorio - ripete da giorni il legale, una carriera stimata a Pavia lunga 50 anni. Insomma, non uno sprovveduto -. Però non posso dimostrarla. "Sono fatti successivi ma accadevano anche prima, lo sanno tutti".

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Si aggiunge poi l'elemento mistico, come suggerisce il Corriere della Sera. La Bozzola era al centro del chiacchiericcio locale per la condotta di padre Gregorio, si parlava in quegli anni di "preghiere di guarigione o di liberazione", veri e propri "esorcismi pubblici" che attirava fedeli e curiosi da ogni parte di Lombardia e non solo. Inoltre agli inizi del Duemila aveva preso quota "un nuovo e vicino concorrente, una fonte, privata, a neanche 300 metri dal santuario, che prometteva miracoli e guarigioni. Tanto da dirottare centinaia di persone che s'accalcavano armate di bottiglie da riempire con l’acqua dalle presunte capacità curative, che poi si scoprì «non potabile» perché avvelenata dai diserbanti agricoli", scrive il Corsera.

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Lo scandalo hot esplode solo qualche anno dopo, nel 2014, con le parole dei due estorsori romeni Flavius Savu e Florin Tanasie, poi condannati ma latitanti, che intercettati parlavano di un possibile legame tra quello che accadeva nel santuario, "festini a luci rosse" e la morte di Chiara venuta a conoscenza della verità. Le voci su "messe nere", "resti di animali" e "sacrifici umani" fanno il resto: leggende urbane che finiscono per mescolarsi alle indagini. Di sicuro c'è solo un tragico elemento: tre dei ragazzi che si sono suicidati tra 2011 e 2016 erano amici di Sempio.