Alberto Stasi, la procura generale: "Revocare la semilibertà". Le Iene 'fatali'?

venerdì 30 maggio 2025
Alberto Stasi, la procura generale: "Revocare la semilibertà". Le Iene 'fatali'?
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La Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che, lo scorso aprile, ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Al centro della contestazione c'è un'intervista televisiva a Le Iene rilasciata da Stasi durante un permesso premio, senza – secondo la Procura – la necessaria autorizzazione del magistrato di Sorveglianza.

L’intervista, andata in onda nel programma di Italia 1, è stata registrata il 22 marzo, mentre Stasi si trovava fuori dal carcere di Bollate per un permesso legato a motivi familiari. Per la Procura, quel comportamento avrebbe dovuto essere valutato più severamente, tanto da incidere sulla possibilità di concedere la misura alternativa della semilibertà. L’intervista è considerata un atto non autorizzato che contrasterebbe con il percorso di reinserimento di Stasi.

Tuttavia, secondo la documentazione allegata agli atti, il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, aveva chiarito che la registrazione era avvenuta nei limiti del permesso concesso e che “non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni”. La stessa linea è stata seguita dal Tribunale di Sorveglianza, che aveva già respinto le obiezioni della Procura in sede di discussione, l'11 aprile scorso.

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Stasi, 41 anni, ex studente della Bocconi, si trova in carcere dal 2015, quando la condanna divenne definitiva. Già nel 2023 aveva ottenuto la possibilità di svolgere un lavoro esterno come contabile presso un’azienda milanese. Dal 28 aprile di quest’anno ha potuto usufruire anche della semilibertà: ogni giorno esce la mattina e rientra la sera, restando quindi fuori dal carcere per oltre dodici ore. Un provvedimento, quello dei giudici, motivato da relazioni positive sull’evoluzione del detenuto, che “ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso la vittima” e ha mantenuto “un comportamento in linea con l'accettazione della condanna”, pur proclamandosi innocente.

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Ora la palla passa alla Cassazione, che dovrà fissare l’udienza e decidere se confermare o meno la decisione del Tribunale di Sorveglianza. Intanto, per Stasi si avvicina anche la possibilità di chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Sulla questione è intervenuta anche la difesa. “La Procura Generale ha impugnato per la questione dell'intervista, già ampiamente chiarita dal carcere e dal Tribunale di Sorveglianza. Quindi siamo tranquillissimi anche perché, se mai avesse violato qualche prescrizione, avrebbero dovuto revocargli il lavoro esterno e non negargli la semilibertà”, ha dichiarato l'avvocato Giada Bocellari, uno dei legali di Stasi.