Cerca
Logo
Cerca
+

Protezione civile mai più in Abruzzo

default_image

Per il premier "qualcuno con una mente fragile rischia che gli spari in testa"

Eleonora Crisafulli
  • a
  • a
  • a

Stanco delle polemiche e preoccupato, Silvio Berlusconi confessa di aver invitato gli uomini della Protezione civile a tenersi lontani dalle zone terremotate d'Abruzzo. Dalla 60esima assemblea nazionale di Federalberghi, il premier ha precisato che gli inviati a L'Aquila dovrebbero quantomeno rendersi irriconoscibili perché "qualcuno con la mente fragile rischia che gli spari in testa". Il presidente del Consiglio fa riferimento alle recenti vicende giudiziarie sul mancato allarme per il terremoto proprio perché dopo l'apertura di quel fascicolo "qualcuno che magari ha avuto dei familiari morti sotto le macerie e con una mente fragile" potrebbe avere reazioni violente di fronte agli uomini della Protezione civile. "Ci criminalizzano perché dicono che noi vogliamo impedire la libertà di stampa - dice Berlusconi -  ma qui sta succedendo un'altra cosa assurda: io ho detto a quelli della Protezione civile di non andare più all'Aquila". E rilancia: "Appena vanno in Abruzzo gli saltano addosso, addirittura hanno contestato a Bertolaso di non aver previsto il terremoto... Siamo all'assurdo". Le repliche - "Non entro in polemica. Continuiamo a lavorare come al solito bene, velocemente e rispettando le leggi vigenti". E' quanto si è limitato a dire il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, in merito alle accuse del premier e all'inchiesta sulla commissione grandi rischi, attivata dalla procura dell'Aquila. Inchiesta che ha portato all'emissione di sette avvisi di garanzia alle persone, tra cui i vertici della Protezione civile, che hanno partecipato alla riunione della commissione del 31 marzo 2009 a soli cinque giorni dalla tragica scossa. Per la procura, che ha indagato sull'ipotesi di reato di omicidio colposo, la commissione  non ha adottato provvedimenti preventivi. Anche il primo cittadino abruzzese Massimo Cialente non ci sta. "Non so proprio come si possano dire certe cose. E' proprio una dichiarazione arrivata in un momento sbagliato: è vero che all'Aquila l'aria è tesa, ma per via della vicenda delle tasse e dei contributi che dovrebbero essere pagati di nuovo dai terremotati. Governo e opposizione sanno bene che in città c'é nervosismo, ma non menti fragili. Quanto alla Protezione Civile, al di là delle vicende giudiziarie, all'Aquila invece c'é grande riconoscenza, specie per i 17 mila volontari che ci sono stati vicini per mesi. Il rapporto con la Protezione Civile è eccellente".

Dai blog