Iran contro Israele, vigilanza massima anche in Italia: gli obiettivi sensibili

di Tommaso Montesanosabato 14 giugno 2025
Iran contro Israele, vigilanza massima anche in Italia: gli obiettivi sensibili
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Al Viminale ci tengono a sottolinearlo: il dispositivo di sicurezza per la protezione e la tutela degli “obiettivi sensibili” legati a Israele è stato portato al massimo livello fin dalle stragi di Hamas del 7 ottobre 2023. Questo per dire che l’attenzione, alla luce delle nuove tensioni sullo scacchiere mediorientale, è altissima già da tempo. Certo, quanto accaduto la scorsa notte ha reso necessario un adeguamento e un aggiornamento delle misure. Per questo ieri pomeriggio prima è andata in scena, in videocollegamento, una riunione di circa un’ora convocata dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i vertici delle agenzie per la sicurezza Aisi ed Aise, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, i ministri di Interno e Difesa (Piantedosi e Crosetto), e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

Poi al ministero dell’Interno si è riunito, in via straordinaria, il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal numero uno del Viminale, Matteo Piantedosi. Al centro dei lavori la situazione in Medio Oriente alla luce dei nuovi scenari di crisi, i risvolti sull’Italia e sui flussi migratori e la situazione in Libia. La riunione è servita ad approfondire i riflessi della crisi e, di conseguenza, ad affinare e potenziare ulteriormente le attività di prevenzione nei confronti degli obiettivi dei «Paesi coinvolti nella crisi in atto» (quindi riconducibili sia a Israele, sia all’Iran).

«Se dico che abbiamo preoccupazione non significa che abbiamo già il nemico alle porte, però ovviamente ogni volta che c’è una tensione, anche di carattere internazionale, è fisiologico che anche il circuito delle Forze di polizia, nella logica di mantenimento delle condizioni dell’ordine pubblico della sicurezza interna, si attivi», ha detto in mattinata, a margine del Consiglio Affari interni di Lussemburgo, Piantedosi. I fari sono puntati, oltre sulle rappresentanze diplomatiche e sulle sedi delle compagnie aeree israeliane, anche sulle Comunità ebraiche.

A questo proposito è stata la stessa Ucei, l’Unione delle comunità italiane, a descrivere il clima di tensione di queste ore: «Anche nelle nostre Comunità massima allerta di raccordo con le Forze dell’ordine a cui ribadiamo il nostro profondo apprezzamento». L’Ucei ha riaffermato di essere, «come ogni giorno, al fianco di Israele».
Ieri il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha avuto un contatto telefonico con il presidente della Comunità ebraica della Capitale, Victor Fadlun. Al centro del colloquio, «le valutazioni e le preoccupazioni relative all’escalation in corso in Iran».

Giannini ha rassicurato Fadlun circa il «massimo impegno» dell’intero sistema della sicurezza della Capitale. «Siamo costantemente attenti all’evoluzione della situazione e pronti ad adottare ogni misura necessaria per garantire l’incolumità e la sicurezza di tutti i cittadini», ha comunicato la prefettura. A Roma ci sono oltre 4mila obiettivi a rischio, 400 dei quali di prima fascia.

Tra questi rientrano le sedi diplomatiche. L’ambasciata israeliana in Italia, per bocca dell’ambasciatore Jonathan Peled, ha confermato l’adozione di misure eccezionali per questa settimana (come per le sedi in tutto il mondo): «Abbiamo solo deciso di adottare misure precauzionali, non ricevendo pubblico nel nostro consolato e mantenendo tutto chiuso. Credo che dalla prossima settimana potremo riprendere le attività normalmente». Il tavolo di coordinamento della prefettura resterà «attivo per ogni ulteriore aggiornamento».

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