Carlo Acutis, quanto costa la reliquia del nuovo santo

di Caterina Maniacilunedì 16 giugno 2025
Carlo Acutis, quanto costa la reliquia del nuovo santo
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Il futuro san Carlo Acutis, molto amato soprattutto dagli adolescenti, ha raggiunto un altro record, purtroppo in negativo: al momento sembra che le sue reliquie in vendita online siano tra le più richieste. Nei mesi scorsi un annuncio pubblicato su eBay come “ex capillis con certificato” – alcuni capelli attribuiti appunto al giovanissimo Carlo, morto a 15 anni - era finito con l’aggiudicazione all’asta di 2.110 euro dopo 17 offerte.

Il fatto è stato denunciato da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vescovo di Foligno, in seguito ad un servizio del Corriere dell’Umbria nel quale si raccontava proprio di questa sfrenata compravendita di reliquie - di incerta provenienza e veridicità – legate a Carlo Acutis. Dopo la denuncia del vescovo, è stata avviato un’indagine e c’è un primo indagato, un uomo residente in Emilia Romagna; alla sua abitazione hanno bussato le forze dell’ordine con un decreto di perquisizione - valido anche come avviso di garanzia - alla mano. Denunciando quell’asta, il vescovo di Assisi ha parlato di «grande offesa al sentimento religioso. A cosa può portare l’idolo denaro, ho timore che ci sia lo zampino di Satana». Senza contare che dietro al commercio di oggetti religiosi (o presunti tali) può essere coinvolto anche il satanismo e i rituali ad esso legati, in quel mondo oscuro e ancora poco conosciuto.

C’è poi da prevedere che, con l’annuncio della canonizzazione di Acutis, insieme a quella di Pier Giorgio Frassati, il 7 settembre, la compravendita subirà un balzo in avanti.
Così sono tornati i riflettori su questo vero e proprio business, che peraltro esiste da secoli. La legge ecclesiastica su questo punto è chiara: la vendita di reliquie è vietata. Ma sui grandi siti die-commerce e portali specializzati le offerte si moltiplicano. Quanto si spende? Da poche decine di euro per un santino di carta alle centinaia o migliaia per frammenti di ossa che sarebbero appartenuti a santi e beati. E ovviamente la vendita avviene anche per altre vie, meno tecnologizzate ma altrettanto redditizie.

Su Ebay si incontrano venditori specializzati e aspiranti acquirenti, come si diceva, per ogni tasca: per 180 euro è possibile aggiudicarsi un “ex ossibus” di Giuseppe Benedetto Cottolengo e per 160 euro ci si può appropriare di un frammento osseo di san Nicola di Bari. Oggetti sacri in vendita anche su Subito: 160 euro bastano per una parte dell’ornamento del vestito di santa Teresa del Bambin Gesù al momento della morte. Tuttavia, le reliquie di Carlo Acutis, il cui corpo riposa nel Santuario della Spogliazione ad Assisi, risultano essere le più richieste in questo ultimi tempi.

Il traffico e commercio di reliquie è questione antichissima nella storia del cristianesimo. Giovanni Boccaccio, tanto per fare un esempio tra i più illustri, ne scrive, in maniera ironica, nel Trecento, in una novella del Decameron presentando il personaggio di frate Cipolla che ad un certo punto dichiara agli ingenui fedeli che mostrerà loro un’importantissima reliquia, ossia una piuma delle ali dell’arcangelo Gabriele, caduta al momento dell’Annunciazione alla Vergine Maria.

Sono passati tanti secoli e tutto sommato non è cambiato un granché. Anzi, il web ha reso ancora più agevole (e caotico) questo business al confine con la blasfemia , che a volte il confine lo supera. Il culto delle reliquie per secoli è stato legato alla devozione popolare e alla fondazione di basiliche, santuario, luoghi di culto: una reliquia ne era al centro. Uno dei casi più eclatanti è quello della basilica di san Marco a Venezia: secondo la tradizione impossessarsi del corpo del santo, ad Alessandria d’Egitto, sotto gli occhi delle autorità islamiche, da parte di alcuni mercanti veneziani, è stata una delle imprese rocambolesche del Medioevo. Come “deviazione” al culto è nato quasi contemporaneamente il mercato delle reliquie. Sono convissuti oggetti sacri autentici e falsi a profusione. I più importanti sono quelli legati alla Passione e Morte di Cristo, come i frammenti della Croce i chiodi, le spine. Tra le più “suggestive”, il dente di sant’Apollonia, il sangue di san Gennaro, i trenta denari di Giuda Iscariota, il velo della Madonna e la veste di san Giuseppe...

Nuove regole per la custodia, la cura, il trasporto e l’autentificazione delle reliquie di servi di Dio, beati e santi le ha stabilite nel 2017 un’Istruzione della Congregazione delle cause dei santi dal titolo “Le reliquie nella Chiesa: autenticità e conservazione”. Un documento con il quale si chiarisce come gestire queste reliquie che «nella Chiesa hanno sempre ricevuto particolare venerazione e attenzione». L’Istruzione conferma che «sono assolutamente proibiti il commercio e la vendita delle reliquie, nonché la loro esposizione in luoghi profani o non autorizzati».

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