Cane in ufficio? Meno stress e il proprietario lavora meglio

Colleghi più rilassati, più collaborativi e più produttivi: ecco gli effetti di un quattro zampe sul luogo di lavoro certificati da chi già può farlo. Iniziativa che non è ancora aperta ai gatti
di Daniela Mastromatteimercoledì 18 giugno 2025
Cane in ufficio? Meno stress e il proprietario lavora meglio
3' di lettura

«Se non hai un cane, non c'è necessariamente qualcosa di sbagliato in te, ma ci può essere qualcosa di sbagliato nella tua vita», per usare le parole di Vincent van Gogh. Gli animali sono impegnativi (vero), ma non c’è migliore psichiatra di un cucciolo che ti lecca la faccia, diceva qualcuno. L’unico essere vivente che ti ama più di quanto ami se stesso, «l’unico mammifero in grado di vivere realmente con noi, e non semplicemente accanto a noi», secondo l’etologo austriaco Irenaus Eibl-Eibesfeld.

E quanti benefici: vivere con un cane riduce stress e ansia e pure la pressione sanguigna; rende più responsabili, aiuta a socializzare, rafforza l’autostima e sostiene lo sviluppo emotivo dei più giovani. Non è un caso se in psicologia si fa sempre più largo la terapia assistita con gli animali (Pet Therapy). Giocare con loro e coccolarli attiva il rilascio di ossitocina, un’endorfina che migliora l’umore è dà una sensazione di piacevole serenità. Insomma, migliorano la qualità di vita. E allora perché gli ambienti di lavoro si mostrano ancora così poco accoglienti alla loro presenza? Eppure le aziende che hanno aperto le porte agli animali dei dipendenti (Elisabetta Franchi tra le prime nel 2013 con un’iniziativa chiamata “Dog Hospitality”) hanno ottenuto ambienti di lavoro con meno tensioni, colleghi più rilassati e collaborativi, quindi più produttivi.

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Un sondaggio tra i lavoratori che non hanno animali ma interagiscono in azienda con i cagnolini dei colleghi vedono di buon occhio la loro presenza («creano delle buone armonie e mettono di buon umore»). E per la Giornata Mondiale del Cane in ufficio che si celebra sabato 21 giugno (ricorrenza nata nel 1999 negli Stati Uniti e rapidamente diffusasi in tutto il mondo per invitare i dipendenti a portare i propri amici a quattro zampe sul luogo di lavoro) ricordiamo che pure a Palazzo Madama possono entrare i cani di senatori, dirigenti e dipendenti. Un’iniziativa fortemente voluta dal presidente Ignazio La Russa e da Michaela Biancofiore, presidente del gruppo parlamentare Civici d’Italia - Noi Moderati. Puggy, il Carlino di 12 anni e mezzo della Biancofiore è stato il primo a varcare l’ingresso del Senato. Ha il tesserino internazionale ed è in regola con tutte le certificazioni. Da sei mesi ogni giorno la senatrice si presenta con la sua cagnolina: «Porta il sorriso, tutti ci giocano, lei è tenera e simpaticissima, quando scodinzola è una carezza sul cuore».

Gli animali domestici «solo in Italia fanno risparmiare 4 miliardi al servizio sanitario, aiutano gli anziani a uscire di casa e a superare la depressione, alleviano la solitudine dei single; sono esseri senzienti e finalmente anche sull’aereo passeggeri a tutti gli effetti», sottolinea la senatrice, dispiaciuta perché l’ingresso ai gatti è ancora vietato. Così come a Palazzo Madama, ogni azienda o ufficio per l’ingresso degli amici scodinzolanti dovrebbe stilare un protocollo che preveda prescrizioni di tipo sanitario e precise norme di comportamento per garantire una buona convivenza, anche nel rispetto di chi ha delle particolari allergie.

Non tutti gli spazi possono essere accessibili; occorrono ganci alle scrivanie a cui assicurare il guinzaglio in modo che restino al fianco dei loro proprietari e non se ne vadano in giro senza controllo. Stabilire dei divieti di sosta nei corridoi, nei pianerottoli o negli ambienti comuni. Gli animali dovranno essere condotti nei trasportini o con guinzagli non più lunghi di un metro e mezzo.

E come dicevamo sopra, il veto per i gatti è un po’ bizzarro, poiché i piccoli felini sono esattamente come i cani, anche se non abbaiano, affettuosi compagni di vita. Ve lo certifica chi scrive che ha vissuto per 16 anni con Peter Pan - un Ragdoll dolcissimo, che a quattro mesi ha trascorso un pomeriggio in redazione -, volato in cielo da pochi giorni. Purtroppo. Addio piccolo Pan.

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