Garlasco, l'intercettazione-choc di papà Stasi: "Il problema è che non c'è un alibi"

sabato 26 luglio 2025
Garlasco, l'intercettazione-choc di papà Stasi: "Il problema è che non c'è un alibi"
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Spunta una nuova intercettazione sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco. A Quarto Grado, nella puntata in onda venerdì 25 luglio, è stata fatta sentire una conversazione inedita del padre di Alberto Stasi, Nicola, morto il 25 dicembre 2013. Nell'audio lo si sente parlare con un altro parente proprio nei giorni del delitto. Al parente che gli chiedeva informazioni sul figlio (poi condannato per l'omicidio della fidanzata), il padre rispondeva: "Siamo andati noi a parlare. Il pigiama è rosa, non bianco. Dicono str***ate. Per quanto riguarda la luce bianca, quando uno apre la scala apre la porta con il riflesso della luce, cioè non è, e poi non è un'immagine di un secondo, quindi il problema è la scarpa. Loro dicono: con tutto il sangue che c'era non si è neanche sporcato le scarpe. Però ieri ci ha fatto vedere Alberto com'era, c'è un corridoio di circa 8-9 metri. Lui a metà ha fatto due passi, ha guardato a destra e sinistra non c'era nessuno, ha guardato avanti nel corridoio a sinistra c'era già una striscia di sangue".

E ancora: "Chiaramente se n'è stato a destra e ha guardato avanti. L'ha evitata, ma è spontaneo che uno non è che… anche nell'acqua non ci metti dentro i piedi". A quel punto il familiare chiede se la suola trovata sulla scena del crimine sia della scarpa di Stasi: "Non si sa, non si sa, non si sa neanche se uomo o donna. Non si capisce. Ieri sui giornali c'era scritto che possono essere in due ad averlo fatto, ne scrivono tante di stupidate, cosa vuoi. Ho letto solo un giornale ieri, ne ho lette tre di stupidate. Una che noi siamo amici della famiglia Cappa, mai, mai visti, mai conosciuti, non li conosco neanche. Poi c'era una storia tra la ragazza e Alberto".

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Poi Nicola Stasi torna sul rapporto del figlio con i genitori della vittima: "Non ci siamo visti o sentiti - diceva -. L'altra sera la mamma di Chiara ha chiamato Alberto e gli ha dato la buonanotte. Lei in caserma gli ha detto: lo so Alberto che non sei stato tu. Il problema è che non c'è un alibi. Perché lui si è alzato, ha acceso il computer alle 10, la ragazza purtroppo è morta dalle 9 alle 11:30. E non c'è nessuno che lo conferma".

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