Simona Cinà, "punti non veri": cosa filtra dalla Procura

lunedì 4 agosto 2025
Simona Cinà, "punti non veri": cosa filtra dalla Procura
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“Molti punti nella ricostruzione non sono veri”: questo quanto filtra da fonti vicine alla procura di Termini Imerese che sta indagando sulla morte di Simona Cinà, la pallavolista di 20 anni trovata senza vita nella notte fra venerdì 1 e sabato 2 agosto in una villa con piscina a Bagheria, in provincia di Palermo, dove si stava festeggiando una laurea. Per ora, per i magistrati quella del malore sarebbe l'ipotesi più convincente. Secondo i familiari della ragazza, invece, molte cose di quella notte non tornano. Di qui la richiesta di maggiore verità e chiarezza. 

Per quanto riguarda i vestiti della Cinà, una minigonna di jeans e una maglietta verde, "scomparsi" secondo i fratelli Roberta e Gabriele, è stato precisato dagli inquirenti che sono stati acquisiti e repertati dai carabinieri della compagnia di Bagheria con altri effetti personali, tra cui il telefono della vittima. Il tutto ora è a disposizione del reparto scientifico dell’Arma.

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Sulla presunta assenza di alcol nella zona della piscina, inoltre, gli inquirenti hanno fatto sapere che in realtà le bottiglie di alcolici, alcuni bicchieri e i resti della torta di laurea sono stati trovati nella parte della piscina sotto il patio. La pulizia delle zone a bordo piscina si spiegherebbe con l’obbligo di lasciare il locale affittato pulito. Mentre i ragazzi presenti alla festa, di cui è stata sottolineata la reticenza a parlare, avrebbero invece risposto a tutte le domande poste loro dagli investigatori. In particolare, chi era presente ha detto di non essersi accorto di nulla. 

Nelle scorse ore Roberta e Gabriele Cinà non hanno escluso che qualcuno possa avere messo della droga nel cocktail della ragazza. Di qui la richiesta degli esami tossicologici, così da capire e accertare se la causa del malore sia riconducibile all’assunzione di sostanze stupefacenti. 

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