Una talpa in procura ha avvisato i Sempio durante le indagini del 2017? È su questo che stanno lavorando i pm bresciani nell'ambito dell'inchiesta per corruzione che vede coinvolto per corruzione l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Si tratta di un filone bis sul delitto di Garlasco, l'uccisione della 26enne Chiara Poggi, trovata senza vita nella villetta di famiglia nel 2007. Un omicidio per il quale è stato condannato l'ex fidanzato Alberto Stasi. Mentre Sempio, amico del fratello della vittima, è finito sotto indagine prima nel 2017 (alla fine archiviato) e poi oggi.
Nelle carte di quest'ultima indagine ci è finito anche Luciano Garofano, generale in congedo dei carabinieri, che sarebbe stato beneficiario di un versamento di 6.343 euro da parte della famiglia di Andrea Sempio ai tempi in cui il giovane risultava indagato per l’omicidio Poggi. "Sono finito anche io nel tritacarne", ha detto a Quarto Grado su Rete 4, spiegando che quel bonifico sarebbe stato corrisposto per "una consulenza" alla famiglia Sempio. Il sospetto di chi indaga oggi, però, è che all'epoca si facesse di tutto per tenere Sempio al riparo dalle indagini.
Garlasco, cos'hanno fatto i Sempio dopo le perquisizioni
Dopo le perquisizioni dei giorni scorsi, nell'ambito dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari a carico d..."Voglio respingere con forza le vergognose ignobili illazioni uscite sulla stampa - ha raccontato Garofano in tv -. Venni incaricato di fare una consulenza che ho firmato il 27 gennaio 2017, ho emesso regolare fattura e ho avuto un regolare bonifico. Per poter interloquire ho letto le conclusioni che aveva fatto il dottor Linarello che non condividevo, ho analizzato la perizia del dottor De Stefano e la consulenza del dottor Linarello e ho espresso le mie conclusioni".
Il Giornale però fa notare che, pur essendo normale la richiesta di una consulenza da parte della famiglia dell'indagato, anche perché Garofano come comandante dei Ris si era occupato a lungo dell’uccisione di Chiara Poggi, a non tornare sarebbe la citazione da parte dell'ex generale di uno dei due documenti che dice di avere letto, cioè la consulenza che il genetista Pasquale Linarello aveva realizzato per conto dei difensori di Stasi, e che era stata depositata per chiedere la riapertura delle indagini. "È la consulenza che per prima aveva indicato la presenza sulle unghie di Chiara di un Dna utilizzabile: e che corrisponderà a quello rilevato su una tazzina toccata da Sempio - spiega il Giornale -. Ma nel gennaio 2017 la consulenza di Linarello era (o avrebbe dovuto essere) chiusa nel fascicolo segreto dell’inchiesta bis condotta dall’allora procuratore Venditti. Invece arriva in qualche modo ai Sempio, come per metterli sull’avviso".