Il Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi. Lo dice la difesa di Alberto Stasi, ma anche la Procura di Pavia e, con ogni sorta di probabilità, potrebbe dirlo anche la genetista incaricata dal gip. Eppure tutto questo potrebbe non bastare. Complice il complesso quadro descritto dal giudice Giuseppe Gennari. L'esperto di prova scientifica ha spiegato per Sistema penale.it come stanno ad oggi le cose. Nel processo penale, infatti, il genetista produce un dato scientifico e il giudice ne trae il significato probatorio e lo combina con le altre prove.
Con gli attuali mezzi a disposizione, però, è possibile amplificare tracce di materiale esiguo, "sporco" e di matrice indefinita (sangue, sperma, sudore...). Questi campioni "in condizioni estreme per qualità/quantità" hanno bisogno della "mediazione interpretativa" dell'esperto, che ricorre a modelli statistici e software per la comparazione con le "frequenze alleliche" (gli alleli sono le diverse forme che un gene può assumere) della popolazione di riferimento. Scrive Gennari: "Il miglioramento incredibile delle capacità di analisi del materiale genetico ha anche portato a un incremento dell'incertezza del risultato; o quantomeno a una maggiore complessità nella valutazione della sua attendibilità".
Garlasco, trovato un pc "fantasma" a casa Sempio
Un giallo nel giallo. Questa volta a sollevare i sospetti è il ritrovamento di un pc "fantasma" in casa...Il Dna del sospettato è stato trovato sul luogo del delitto, ma è obbligatorio considerare la possibilità di una contaminazione, di un trasferimento secondario, terziario e così via. Da qui la maggiore incertezza. Risultato? Per Gennari "l'esperto produrrà una probabilità fondata sul suo giudizio soggettivo", che non vuol dire "arbitrio, ma argomentazione razionale", tuttavia "suscettibile di differenti interpretazioni".