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Sciopero, sono i sindacati i veri sconfitti dall'affluenza record ai cortei pro-Gaza

L’Italia è una Repubblica demo-cratica fondata... sulla Flotilla. Eh sì con la manifestazione di venerdì il lavoro è scomparso dall’agenda
di Gianluigi Paragonelunedì 6 ottobre 2025
Sciopero, sono i sindacati i veri sconfitti dall'affluenza record ai cortei pro-Gaza

(Ansa)

3' di lettura

L’Italia è una Repubblica demo-cratica fondata... sulla Flotilla. Eh sì con la manifestazione di venerdì il lavoro è scomparso dall’agenda, soprattutto quella dei sindacati il cui svuotamento è sotto gli occhi di tutti. Almeno di tutti quelli che vogliono vedere le cose per quel che sono. È crisi nera per la Cgil di Maurizio Landini, costretto a inseguire il sindacato di base; un leader perdente al pari di Schlein e Conte. In questi giorni gongola e snocciola numeri che sembrano mandarlo in un brodo di giuggiole, come se quella marea umana fosse davvero sua. Ma quella marea umana non è della Cgil o del sindacato ma di chi è riuscito con abile regia a creare la grande narrazione pro-Pal. Quella marea umana era lì per dire basta a un massacro che c’è e muove quel senso di pietas che nessuna ragione potrà smuovere: siamo stati con Israele il 7 ottobre e tutte le volte che gli ebrei hanno chiesto di non dimenticare la Storia, e con la stessa empatia la maggioranza degli italiani oggi sta con i palestinesi piegati dalle bombe israeliane.

Quella marea di gente era lì sotto le insegne della Palestina e non importa se sapesse tutto, poco o nulla: si è mossa, è scesa nelle piazze e persino dove non poteva andare tipo autostrade e binari dei treni e delle metro. Ha cantato e ha manifestato liberamente il proprio pensiero, a conferma che in Italia la democrazia sta benissimo! Alla faccia degli anni spesi a sorbirci le prediche inutili della deriva fascista, dei nuovi Mussolini, delle gravi minacce al rispetto delle regole, ecco alla faccia di tutti questi signori che stavano solo propagandando i loro prodotti politico/editoriali da vendere, la democrazia non corre nessun pericolo. È solida. Ed è garantita da forze dell’ordine così professionali da aver contenuto le follie e gli assalti di teppisti e scalmanati. Dopo la manifestazione di venerdì Landini non potrà più blaterare di pericoli democratici e di derive fasciste! E se lo farà sarà mendace.

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Qui sopra, la foto pubblicata ieri a pagina 6 di Repubblica. “Piazza San Giovanni”, si legge nella didascali...

Un’altra verità che emerge dallo sciopero generale e che mette all’angolo Landini è il lavoro. Le manifestazioni hanno dimostrato che - per dirla coi loro slogan - si scende in piazza per dire no, perché non si può più stare zitti, perché non si può più subire una ingiustizia così grande. I numeri sono stati incredibili. Ma non per il lavoro, non per i salari, non per i diritti. E allora mi domando: in Italia c’è un problema chiamato lavoro, occupazione, salari oppure è una partita retorica e propagandistica? Non veniamo da una estate dove siamo stati tempestati di inviti a riflettere sulla gente che non ha più soldi da spendere e che gli italiani sono in crisi? Non veniamo da anni in cui i giovani protestano perché vogliono lavorare e nessuno offre loro contratti veri?

Beh, dopo queste manifestazioni è lecito domandarsi se i problemi sono reali oppure montati ad arte. La risposta inizia a essere chiara: o in Italia non c’è un problema legato al lavoro (il governo questo sostiene) e al potere d’acquisto delle famiglie oppure di lavorare seriamente non gliene frega più nulla a nessuno, tantomeno a quei giovani in prima linea per le grandi cause. Caro Landini, in questi giorni di euforia, la vostra sconfitta è ancor più evidente della botta che prendeste al referendum: se parlate di lavoro non siete nulla, non raggiungete quorum e non riempite le piazze. Dovete organizzare concerti, fare attività di patronato (soprattutto per stranieri...) e salire sul carro della narrazione pro-Pal per essere qualcuno. Qualcuno si fa per dire...

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