"Se questa relazione fosse contro il mio assistito, tranquillamente mi rimuovano quando vogliono. Gira questa voce, allora è meglio mettere le mani avanti": a dirlo Armando Palmegiani, ex poliziotto della Scientifica e criminologo, da due mesi consulente del pool difensivo di Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco, ovvero l'uccisione della 26enne Chiara Poggi nel 2007. Lo scivolone cui fa riferimento il consulente, come si legge su Repubblica, sarebbe l'aver spedito (non richiesto) lo scorso giugno un parere pro-veritate sull’impronta “33”, da mesi al centro del giallo, agli avvocati di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e unico condannato per l'omicidio. L'impronta "33" è quella del palmo di una mano trovata sul muro delle scale che portano alla cantina di casa Poggi. Proprio su quelle scale venne trovato il corpo della 26enne.
"Feci questo scritto per la difesa di Stasi perché la traccia 33, come dico sempre, non è identificabile - ha spiegato a Mattino 5, la trasmissione condotta da Federica Panicucci su Canale 5 —. Non è che andavo contro una persona. In quel momento io ho sentito l’avvocato Giada Bocellari numerose volte, ma anche l’avvocato Tizzoni e feci una serie di video non essendo consulente". I video cui ha fatto riferimento sarebbero due dirette risalenti al 20 giugno e al 9 settembre scorsi sul suo canale YouTube NeroCrime. Dirette che avevano già messo in crisi la difesa di Sempio. "Io credo che quasi certamente si accerterà che quel Dna ha l’Y di Sempio — avrebbe affermato allora Palmegiani — non voglio parlare di trasferimento di Dna, vediamo le risultanze della procura. Ma a mio avviso quello è di Sempio, perché è veramente netto".
Garlasco, 18 anni dopo l'hard disk che può ribaltare il caso: cosa sta succedendo
Nella telenovela legale infinita che è il giallo di Garlasco, ora spunta pure un hard disk che si credeva corrott...Il documento inviato ai legali di Stasi, invece, sarebbe intitolato “Parere pro veritate relativo alle tracce di sangue presenti sul luogo dell’omicidio di Chiara Poggi”. E sarebbe stato spedito il 9 giugno scorso. Si trattava di un'analisi su quell’impronta palmare, che avrebbe messo in guardia i legali del condannato sulle criticità dell’attribuzione ad Andrea Sempio, e la possibile correlazione con l’impronta 45, una goccia di sangue presente sullo stesso muro delle scale che portavano alla cantina. A suo avviso "lasciata dall’assassino e molto probabilmente dal suo avambraccio sporco di sangue". Non è escluso che ora gli avvocati di Sempio, Angela Taccia e Liborio Cataliotti, possano mettere in discussione il suo mandato.




