Durante la cerimonia degli Ambrogini d’oro al Teatro Dal Verme, la storia di Ramy Elgaml – il 18enne morto il 18 maggio 2025 dopo un inseguimento dei carabinieri a Milano – è tornata prepotentemente alla ribalta, soprattutto grazie a una maglietta.A pochi metri dal teatro, l’artista Cristina Donati Meyer ha affisso un manifesto con Ramy che fa il segno della vittoria e tiene un cartello: "Chiediamo pane e cultura e ci date polizia". Un gesto di protesta contro l’Ambrogino concesso al Nucleo radiomobile dei carabinieri di Milano, reparto di cui fanno parte i militari indagati per la morte del ragazzo. "Quando la verità è ancora sospesa, celebrare è pericoloso", ha scritto l’artista.
Sul palco, il capogruppo dei Verdi Tommaso Gorini ha indossato proprio quella maglietta: volto di Ramy e la scritta "Ramy Vive". Il consigliere ha spiegato che non si tratta di polemica contro il premio ai carabinieri, ma di un omaggio: "Il fratello di Ramy ce l’ha regalata durante la commemorazione al Corvetto, dove noi Verdi eravamo gli unici rappresentanti istituzionali presenti. Oggi l’ho messa per continuare a raccontare la sua storia anche agli Ambrogini" .Il sindaco Beppe Sala, pur riconoscendo che "è stata una brutta storia", ha difeso l'Arma: "Si può sbagliare, ma i carabinieri hanno una storia importante. La famiglia di Ramy è esemplare e merita il nostro applauso".




