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L'Esselunga non fa sconti a Coop e Comune di Modena

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La catena milanese di Bernardo Caprotti denuncia sui giornali la connivenza tra la concorrente "rossa" e l'amministrazione

Roberto Amaglio
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Esselunga – Coop, nuovo round sul ring di Modena. Riaprendo la diatriba sui presunti legami tra la grande distribuzione “rossa” e l'amministrazione comunale, oggi il numero 1 di Esselunga Bernardo Caprotti (autore del libro “Falce e carrello. Le mani sulla spesa degli italiani”) ha lanciato un nuovo attacco alla Coop pubblicando su alcuni quotidiani italiani una denuncia ufficiale di quanto stia accadendo nella cittadina emiliana. La vicenda – Una storia che parte da lontano, in stallo ormai da nove anni, tra permessi mai arrivati, tentativi di mediazione mai partiti e minacce di stracciare i progetti già acquisiti. Una storia stile Monopoli che, oltre a gettare ombre sulla connivenza tra la grande distribuzione rossa e l'amministrazione modenese (storica roccaforte della sinistra), fa emergere con forza quanto farraginose siano le normative edilizie. Prendendo spunto da quanto pubblicato sui giornali da Esselunga, il tutto inizia nell'ormai lontano 2000, quando la catena di distribuzione di Caprotti acquista per 24 miliardi di lire il lotto “A” (44.820 mq pagati 540.000 lire al mq) del comparto di via Canaletto. L'obiettivo è chiaro: facendo affidamento sul Programma di riqualificazione urbana (Pru) approvato dal Comune di Modena il 12 aprile 1999 e sulla scheda di Piano regolatore, la realtà milanese voleva costruire in quell'area un supermercato. La contromossa di Coop, però, è arrivata qualche mese dopo, più specificatamente nel febbraio 2001. Aggiudicandosi in un'asta giudiziale il lotto “B” del comparto (8.834 mq pagati 2.600.000 al mq), Coop Estense è diventata parte attiva nelle discussioni sulla destinazione dell'area, opponendosi ovviamente alla creazione del nuovo punto vendita del concorrente. Manovra ostruzionistica, anche perché l'area acquisita da Coop è troppo limitata per costruire alcunché. La partita a monopoli, insomma, era iniziata. "Il 24 novembre 2008 – si legge nella ricostruzione di Esselunga - l'assessore all'Urbanistica Daniele Sitta proponeva ancora una volta ai rappresentanti di Caprotti di insediarsi in un altro luogo e di cedere a Coop Estense il proprio lotto in via Canaletto. In mancanza di ciò, o di un accordo fra Esselunga e Coop Estense per realizzare qualcosa, il Comune avrebbe cambiato le destinazioni d'uso, cancellando l'uso commerciale”, un'intenzione ribadita un anno dopo anche da Giorgio Pighi, sindaco democratico del Pd. Insomma, secondo Esselunga, o lì costruisce Coop o non costruisce nessuno. Repliche – Un'accusa pesante e concreta come quella fatta da Esselunga non ha impiegato molto per provocare le prime reazioni. Per quanto riguarda gli accusati, sia il sindaco di Modena Giorgio Pighi sia il presidente di Coop Estense Mario Zucchelli hanno annunciato contromosse giudiziari. A rigettare le accuse è arrivata anche la smentita dell'assessore Pd all'Urbanistica Daniele Sitta, secondo cui "Coop ed Esselunga per tanti anni non sono riuscite a trovare una soluzione condivisa", quindi dopo l'estate il Comune disporrà un cambio di destinazione d'uso per quel terreno, che sarà disponibile solo per residenze e terziario. Con buona pace dei due litiganti. Sposa la linea di Esselunga, invece, Stefano Bellei, segretario cittadino della Lega Nord. "Dopo l'inserzione a pagamento di Esselunga pubblicata su diversi quotidiani, l'assessore Daniele Sitta deve fare immediatamente chiarezza. Quello che è successo in passato è già abbastanza strano; se davvero ora il comune di Modena vuole cambiare destinazione d'uso al terreno, impedendo a un possibile concorrente di Coop estense la possibilità di costruire un supermercato sull'area di sua proprietà, allora le coincidenze diventerebbero preoccupanti".

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