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Mese nero per la scuola italiana

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Da venerdì 8 ottobre sindacati in piazza contro il Ddl Gelmini. Manifestazioni e cortei spezzetteranno le lezioni

Roberto Amaglio
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Mentre il ministro Gelmini si affanna per cercare di anticipare la discussione alla Camera della sua riforma universitaria, il cui rinvio rischia di mettere in difficoltà l'intero pacchetto normativo, gli Atenei italiani si preparano per un ottobre rovente, contraddistinto da cortei, scioperi e manifestazioni contro il Ddl attualmente in discussione nella Commissione Cultura di Montecitorio. Calendario scioperi - Ai sindacati studenteschi Udu e Link (già in mobilitazione da lunedì scorso), venerdì si uniranno anche Usi Ait Scuola e Unicobas, che sfileranno a Roma fino al ministero dell'Istruzione, agli studenti delle scuola superiori (l'Unione degli Studenti promette di riempire 45 piazze), ai coordinamenti dei genitori e ai coordinamenti precari scuola. Ma è l'intero mese di ottobre a essere a rischio, con i corsi universitari che rischiano seriamente di partire con il freno a mano tirato. Venerdì 15 ottobre le lezioni potrebbero essere a rischio: i lavoratori della conoscenza della Cgil hanno infatti deciso di astenersi per due ora (la prima o l'ultima). A scioperare con loro, per l'intera giornata, saranno i docenti e gli Ata vicini ai Cobas (sono previste diverse manifestazioni locali). Due giorni prima (il 13 ottobre) a fermarsi sarà invece il personale non docente con contratti di tipo co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo. Le contestazioni di rappresentanti della scuola continueranno il 16 ottobre, quando le associazioni studentesche si mischieranno ai manifestanti Fiom-Cgil. Il 30 ottobre torneranno in piazza i precari: a Napoli è in programma una manifestazione del Cps. Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all'Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell'ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al Miur. I motivi sono sempre quelli: i tagli che secondo i sindacati stanno spolpando il settore. E la situazione potrebbe degenerare se anche altri sindacati nazionali, primo fra tutti la Cisl, dovesse unirsi ai manifestanti. Del resto lo stesso segretario generale Raffaele Bonanni aveva promesso di allestire in autunno una contestazione nazionale contro la situazione della scuola.

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