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Pensioni, la mossa sporca di Luigi Di Maio: quali assegni taglia in modo "permanente e retroattivo"

Giulio Bucchi
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Sorpresa: le "pensioni d'oro" che il Movimento 5 Stelle vuole tagliare non saranno poi così d'oro. Lega permettendo, i grillini hanno allo studio una decurtazione per gli assegni a partire da 3.500 euro netti, e non 4.500 euro come preventivato. In questo modo, spiega Repubblica, il governo punta a risparmiare un miliardo di euro e per farlo approvare l'idea è quello di inserire il provvedimento all'interno del decreto legge fiscale che lunedì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Leggi anche: "La verità è che quota 100....". Nicola Porro, profezia catastrofica Sulla legge però pende la spada di Damocle del Quirinale, "che dovrà giudicarne non solo l'attinenza tematica, ma anche i requisiti di necessità e urgenza". C'è ance un dubbio di natura costituzionale, secondo il quotidiano diretto da Mario Calabresi: perché il taglio delle pensioni non è "un ricalcolo col metodo contributivo delle pensioni sopra i 90mila euro lordi annui (4.500 euro netti mensili, appunto) come recita il titolo del provvedimento, ma di un taglio secco, permanente e retroattivo".

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