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Lavoro: welfare aziendale passa anche dallo sport

AdnKronos
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Roma, 10 gen. (Labitalia) - Stimolare i lavoratori a fare sport sia con incentivi economici sia con permessi di lavoro retribuiti, per non 'appesantire' la già stracolma agenda personale e non sottrarre ore alla famiglia. E' l'innovativa formula di welfare aziendale introdotta dal Gruppo Iovine, ente di formazione e società di consulenza specializzata nel Value Management. "Si parla tanto di welfare aziendale ma non ancora se ne comprende l'applicazione nelle aziende, specie nelle pmi, nonostante ormai da tempo diversi incentivi pubblici dovrebbero spingere gli imprenditori ad adottarne principi e finalità. Fare welfare significa occuparsi dei lavoratori anche fuori dalla propria impresa e nelle pmi ha ancora più senso, perché le piccole aziende sono come una famiglia allargata che risente delle esigenze, delle gioie e dei dolori che ciascun dipendente si porta da casa”, afferma Luca Iovine, della omonima società di consulenza. Lo stato d'animo di ciascuno impatta su quello degli altri e quindi sul clima complessivo influenzando il 'benessere aziendale' e con esso la stessa produttività delle organizzazioni, come spiega Alfredo Petrosino, fisioterapista e life coach: “Ritmi forsennati al lavoro, famiglia, bambini: gli impegni quotidiani prendono il sopravvento e ci si dimentica di se stessi, ci si appesantisce, l'umore si abbassa e insieme all'autostima si perde efficienza sia fisica che mentale. Bastano pochi esercizi, una dieta semplice e regolare per recuperare funzionalità, energia e vitalità”. Non si tratta di una novità assoluta nel mondo del lavoro: lo Stato Maggiore dell'Esercito, ad esempio, ha emanato la pubblicazione 13/A1 e la circolare 44/2010-2011, con le quali ha stabilito che i militari dell'Esercito Italiano hanno a disposizione: 7 ore (per settimana) se appartenenti a un reparto operativo, 5 ore (per settimana) se in forza a un reparto non operativo, di permesso retribuito (quindi non considerato quale assenza) per la pratica di attività sportiva finalizzata al mantenimento dell'efficienza fisica. Nel settore privato, invece, si tratta di una novità. “L'idea - dice il legale Enrico Mastropietro, conciliatore sindacale - è stata di un nostro iscritto, il quale applica il nostro contratto Federterziario Scuola, che ci ha chiesto, tramite contrattazione di secondo livello, di modificare il rapporto in essere con i suoi lavoratori aggiungendo gli stessi benefici dei militari dell'Esercito”. E così lo sport è diventato un diritto per i lavoratori di Gruppo Iovine. “Non è un costo investire in welfare e benessere aziendale - puntualizza Luca Iovine - ma un investimento ad altissima produttività. Preferisco che i miei collaboratori lavorino un'ora in meno ma che siano al massimo quando sono in ufficio, in forma fisicamente e mentalmente. Quello che spendiamo ci ritorna in salute dei lavoratori, che è la cosa più importante, ma anche in valore per noi e i nostri clienti”. La forma fisica dei lavoratori è anche strettamente collegata ai temi della sicurezza del lavoro: “In un ufficio essa determina la quota di stress sostenibile, in ambienti produttivi più fisici, come i cantieri edili, può essere molto importante per ridurre gli infortuni”, dichiara Daniele Iovine, security manager della società. E l'esperienza è stata così positiva che sarà proposta a tutte le aziende iscritte all'associazione Apaie-Federterziario, in una vera e propria campagna per il benessere aziendale.

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