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Inchiesta G8, trasferito a Roma il processo sulla Scuola Marescialli

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Il tribunale di Firenze accoglie la richiesta della difesa. Nella Capitale è morto uno degli imputati, l'avvocato Guido Cerruti

Eleonora Crisafulli
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Dopo più di due ore di Camera di Consiglio, è stato trasferito a Roma il processo sulla Scuola Marescialli dei carabinieri, filone fiorentino dell'inchiesta sui grandi eventi. Il tribunale toscano ha accolto così la richiesta degli avvocati difensori di Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti, respingendo invece la tesi della procura, secondo cui il processo doveva rimanere a Firenze. La motivazione fa riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione del 10 giugno scorso, là dove si attribuisce la competenza territoriale dell'inchiesta a Roma e si fa riferimento all'"unicità" del patto corruttivo tra gli indagati. La sentenza "non tocca la validità dei risultati acquisiti durante l'indagine che non sono stati messi in discussione neppure dalla Corte di Cassazione", precisa il pm fiorentino Luca Turco. "Facciamo il nostro mestiere, domani cominciamo un'altra indagine. Non credo che avremo grossi problemi ad andare avanti sugli altri nostri filoni di indagine sui quali questa sentenza non avrà ricadute". Tra i difensori, invece, Roberto Borgogno, avvocato dell'ex presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici, Angelo Balducci, ha commentato così la sentenza: "Quella del Tribunale di Firenze è una decisione ineccepibile e a Roma si riparte dalla fase delle indagini preliminari". Oggi, nella Capitale, è morto uno degli imputati, l'avvocato Guido Cerruti. Amministrativista di 66 anni, era finito agli arresti domiciliari, con l'accusa di corruzione, pochi giorni dopo essere stato interrogato dai magistrati della procura di Firenze. Era tornato in libertà il 7 maggio scorso, con l'obbligo di dimora a Roma, e infine, pochi giorni fa aveva beneficiato della decadenza della misura cautelare, non rinnovata dai pm romani. Il suo difensore, l'avvocato Vincenzo Dresda, ha dichiarato: "Provo un grande dispiacere perché con il processo ormai trasferito a Roma il mio assistito non potrà provare l'estraneità ai fatti contestati. Ci credeva moltissimo perché dagli atti emergeva chiara la sua innocenza. Purtroppo però ci sarà questo processo al quale non potrà prendere parte. Senza scomodare la memoria di casi più famosi, posso dire che le sue condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate con l'arresto, per colpa di accuse ingiuste che lo hanno trascinato in una vicenda giudiziaria molto complessa".

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