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Camera, fiducia a Berlusconi: vince di tre voti

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Dopo il Senato, verdetto a Montecitorio: 314-311. Polidori e Siliquini con Silvio, rissa Fli-Lega, Gasparri fa gesto dell'ombrello a Fini / VIDEO

Giulio Bucchi
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Dopo la fiducia al Governo accordata al Senato (162 i sì) è arrivato l'ok all'esecutivo anche alla Camera: 314 "sì" contro 311 "no". Il progetto di Fini e dei futuristi si è così sgretolato davanti alla volontà del Parlamento. A votazione conclusa, l'onorevole Maurizio Gasparri non è riuscito a contenere la gioia e si è rivolto al presidente della Camera facendo il gesto dell'ombrello. Il premier Silvio Berlusconi ha ringraziato tutto il partito e chi non ha cambiato banidera: "Sono sereno come lo sono sempre stato". IN AULA SI VOTA - Moffa (Fli) a sorpresa: "Voto la sfiducia, ma Bocchino si dimetta". Tensione alle stelle quando a votare è Catia Polidori (Fli). La finiana vota la fiducia a Berlusconi e scatta la rissa tra deputati futuristi e leghisti. Applausi di Montecitorio a chiunque decida di votare, senza astenersi. E' il caso di Giulia Bongiorno (Fli), arrivata in Aula in sedia a rotelle perché incinta e a rischio di partorire da un momento all'altro. Stessa scelta anche per le altre due gravide, la Cosenza (Fli) e la Mogherini (Pd). BOSSI - Il Senatùr è "uscito dal cespuglio" e dopo un lungo silenzio è tornato a parlare, con una frase telegrafica che la dice lunga su cosa preferirebbe la Lega Nord: "L'unica igiene è il voto". Questa la dichiarazione resa in Transatlantico da Umberto Bossi. SILIQUINI - "Non posso votare la sfiducia". Fischi dai compagni di Futuro e Libertà. Al termine della prima chiama, la Siliquini ha spiegato ai microfoni di Sky Tg 24 di non aver "mai condiviso la mozione di sfiducia". La deputata ha sottolinaeato di averla firmata "soltanto perché mi avevano concesso tre minuti per decidere" e che "con il gesto volevo cercare di far ripartire il dialogo all'interno della maggioranaza". Già lunedì, la Siliquini aveva annunciato di voler sostenere il governo. GUZZANTI - Scaramucce con Fini per il tempo concesso. Poi il colpo di scena: "Voto la sfiducia" SCILIPOTI - Enigmatico Scilipoti: "Noi del Movimento di Responsabilità Nazionale, con il nostro voto vogliamo presentare alla storia una scelta dolorosa e traumatica, giusta e significativa". Probabile un voto di fiducia al governo. CICCHITTO - Parla Fabrizio Cicchitto (Pdl): "Secondo alcuni si sarebbe chiuso il ciclo di Silvio Berlusconi, e con esso il suo governo. Noi abbiamo un parere diverso: Berlusconi è sceso in campo nel 1994 dopo Tangentopoli, quando solo il Pci-Pds era in campo nonostante fosse stato coinvolto nelle indagini. Quindi c'era un nuovo assetto politico". Cicchitto cita le indagini dei giudici di Milano e le cosiddette toghe rosse. A Fini e Casini: "Criticate Berlusconi come leader, ma vi dimenticate un passaggio. Dopo il 1989, il sistema politico italiano è dominato da un partito di sinistra giustizialista e massimalista. Dagli anni 90 in poi cerca di riequilibrare la perdita di peso culturale e sociale con iniziative editoriali e finanziarie". Di fronte a tutto ciò Cicchitto non può esimersi dal dichiarare: "Fortuna che esiste Berlusconi, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Per questo motivo, per colpa della sinistra, il ciclo di Bersani non è affatto finito". Poi le stoccate agli altri leader: A Fini: "Rompere la destra significa rimettere in gioco la peggiore sinistra d'Europa". A Casini: "Speriamo che prima o poi i moderati si riuniscano nel partito dei moderati, come accade in Europa". Ai colleghi del Fli: "Correte il rischio di diventare subalterni alla sinistra, e infatti vi siete meritati le lodi di Di Pietro. Mutuate il linguaggio da Repubblica e Fatto Quotidiano: è una rottura". A Di Pietro: "Lei è una straordinaria figura di laureato semianalfabeta, dall'inizio di questa legislatura ha perso 9 deputati, il Pdl 59, 20 il Pd. E' grottesco che lei si risolva alla Procura di Roma per farli tornare indietro o arrestare". C'è poi un'anomalia istituzionale: "Un presidente della Camera militante, usa il suo prestigio per modificare il quadro politico". Sulle prospettive: "Per questo invitiamo i colleghi a votare la fiducia". REGUZZONI - E' poi il turno di Marco Reguzzoni (Lega), che dà l'annuncio della fiducia arrivata dal Senato: applausi. "Siamo qui - esordisce - a parlare di una manovra di palazzo nata dai colleghi del Fli. Solo pochi mesi fa siete usciti dal pdl con la fiducia al governo, poi uscite dal governo con fiducia esterna, e nelle ultime ore sfiducia. Non c'è coerenza, non c'è senso di responsabilità. Parlamento paralizzato proprio in un momemento decisivo. Cari futuristi, voi oggi votate con sinistra e Di Pietro? Onorevole Bocchino, oggi il suo tono contro Berlusconi non è degno di chi lo ha votato". "Noi- prosegue - da vent'anni facciamo le stesse cose, non abbiamo alle nostre spalle il palazzo o i partiti forti. Abbiamo un obiettivo, come diceva Miglio: la realizzazione del federalismo". "La priorità di questo governo però è ridurre le tasse. Dobbiamo andare avanti, la priorità è il federalismo fiscale, altrimenti il nostro destino è tornare indietro. Per ottenere tutto questo la Lega ha scelto una strada chiara: l'alleanza con Berlusconi. E il governo ci ha dato garanzie precise sul programma. Onorevole Berlusconi, lei ha mantenuto fede ai patti e questo la Lega glielo riconosce". Sulla riforma costituzionale: "Superando il bicameralismo, dando più poteri al premier e avvicinandoci al Senato federale: sono conquiste importanti, per il cambiamento del paese". A Casini: "La Lega è favorevole ad un nuovo patto di legislatura, per le riforme e i fatti concreti. Sì al dialogo con tutti, con coerenza e responsabilità. No alla mozione di sfiducia, andiamo avanti insieme". BOCCHINO - La parola è poi passata al capogruppo futurista, Italo Bocchino, che ha attaccato "il populismo" del Pdl che "non appartiene alla nostra cultura politica". Non è mancato nemmeno l'attacco personale: "Presidente del consiglio, ci faccia lezioni su come diventa ricchi, ma non su come si combattono le degenerazioni politiche. Il ribaltone", secondo Bocchino, "lo ha fatto il Presidente del Consiglio, cacciando dal partito per lesa maestà chi non era d'accordo con lui".  Quindi le proteste dell'Aula, che hanno costretto il capogruppo a interrompere la dichiarazione e Fini a minacciare la sospensione dei lavori. Bocchino ha proseguito affermando come non si possa accettare un governo che "il lunedì attacchi i gay, martedì i magistrati, mercoledì gli avversari politici, che giovedì racconti barzellette con bestemmia, che il venerdì dice 'chi se ne frega del Quirinale', e che il sabato insulta la Corte Costituzionale".  In conclusione, per il Capogruppo il governo "non è in grado di valorizzare i temi della nazione", come non può proseguire la lotta per la legalità "perché Berlusconi ha intrapreso un conflitto senza fine con la magistratura". L'unico eroe nella lotta per la legalità secondo Bocchino è Paolo Borsellino. Infine, l'appello a "dimettersi, allargare il centrodestra, creare una nuova maggioranza e un nuovo governo". BERSANI - Il primo pensiero del segretario Pd, Pierlugi Bersani, è sulle trattative per il  voto di fiducia: "La conta è mobile, certe botteghe non chiudono mai, sono aperte 'h24', anche in questi minuti". Bersani da poi sfoggio di serenità: "Noi opposizione siamo tranquillissimi: Presidente, comunque vada, per voi sarà una sconfitta. Lei non è più in grado di garantire stabilità di governo". Per il segretario, il Cavaliere "sta inseguendo una instabilità pilotata che consenta di guidare la macchina verso le elezioni, con l'obiettivo di cercare una disperata rivincita alla sua sconfitta". Per Bersani complotti, tradimenti e congiure non esistono: "Se una nave va, chi è che si butta giù per andare su una scialuppa? E' la nave che non va". Insomma, per il democratico non esisterebbero né ribaltoni né ribaltonisti, ma "siete voi (il Pdl, ndr) che vi siete ribaltati". Ovvio il voto di sfiducia del Pd. CASINI - Poi parla Casini, e chiede: "Vorrei parlare con Berlusconi". E i messi vanno a richiamare il premier... Il leader dell'Udc ripete quanto detto ieri: "A cosa serve questa affannosa corsa per un voto o due in più? E' un'esibizione muscolare fine a se stessa o una lucida corsa verso le elezioni anticipate?". "Perché - prosegue Casini - lei si deve sentire vulnerato a chiamare i leader dell'opposizione quando invece Obama ci parla dal mattino alla sera? Rispetto per gli altri, coinvolgimento delle opposizioni: non è nostalgia della Prima Repubblica, ma responsabilità nazionale! L'armistizio tedesco tra socialdemocratici e socialisti ha portato i due partiti a perdere voti ma la Germania a crescere come Paese!" DI PIETRO SHOW - Iniziate le dichiarazioni di voto alla Camera. Il primo momento "caldo" è quando parla Antonio Di Pietro, leader Idv. Lui attacca ("Ci vergognamo di lei") e il premier esce dall'Aula. E Di Pietro:  "Lei, presidente, è un fuggitivo!" "Fuori dal Parlamento - incalza Di Pietro -, dovete andare fuori dal parlamento!". L'attacco dell'ex magistrato ha poi assunto toni ancora più duri: "Che le piaccia o no è arrivato al capolinea della sua esperienza politica e non le rimane che rassegnarsi al suo destino: consegnarsi alla magistratura e come un Noriega qualsiasi farsi giudicare". ASTENSIONE SVP - Intanto è sicura l'astensione della Svp. "Confermiamo la scelta di sempre in questa legislatura ed esprimiamo, dunque, un voto di astensione", ha detto Siegfried Brugger a nome dei deputati della Svp. "Abbiamo sempre mantenuto la coerenza dei nostri comportamenti parlamentari e preservato una collocazione politica fuori dagli schieramenti di maggioranza ed opposizione, liberi dai blocchi". TENETELI D'OCCHIO: attenti a questi sette deputati...

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