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Rutelli: "Economia, la priorità del Terzo Polo"

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L'intervista di Maurizio Belpietro al leader dell'Api e, con Fini e Casini, del nuovo movimento centrista

Andrea Tempestini
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L'intervista del nostro direttore, Maurizio Belpietro, a Francesco Rutelli, leader dell'Api e, con Fini e Casini, uno dei leader del nascente Terzo Polo. Il colloquio è andato in onda venerdì 17 dicembre ne "La Telefonata", la rubrica di Belpietro all'interno di Mattino Cinque. Ci spiega un po' qual'è il progetto di questo Terzo Polo? qualcuno ha detto che rischia di essere un "terzo pasticcio". E' una cosa importante. Io penso che in tempi nei quali la politica è basata tutta su divisioni, scontri e conflitti, il fatto che forze politiche e personalità che negli anni passati hanno anche avuto diversa collocazione politica, nel centrosinistra moderato, nel centrodestra, nel centro, si incontrino e pensino al bene dell'Italia, secondo me è una cosa molto positiva. Affrontare i problemi dell'economia, che sono quelli cruciali per le famiglie, per le imprese e per tutti gli italiani, sarà la priorità del nostro lavoro. La politica è improtante ma oggi la cosa più importante per gli italiani è il loro avvenire. L'Italia ritornerà al benessere del 2008 nel 2014. Questo è il punto fondamentale. Le famiglie lo sanno: noi dobbiamo accelerare. Lei sottolineava le diverse esperienze politiche dei tre leader di questa nuova formazione. Ma qualcuno dice: come faranno ad andare d'accordo tutti quanti? Io non voglio fare una polemica sul fatto che è più facile che andiamo d'accordo io Casini e Fini, che non Berlusconi con questi dipietristi che ha dovuto raccogliere per fare la maggiroanza. Quando mi si portano delle riforme decenti davanti, prenda la riforma dell'Università che reputo abbastanza buona, dobbiamo essere pronti a  sostenere delle proposte giuste per il bene del paese. Io credo che continuare a sottolineare le ragioni di divergenza faccia male all'Italia, un Paese che immagina che i voti si conquistino o sullo stile della Lega, che insulta tutti, o di Di Pietro, che insulta tutti. E io non sono d'accordo. Ma non è anomalo che lei si allei con Fini, che fu suo avversario qualche anno fa nella sfida per il sindaco di Roma? Io lo reputo un fatto positivo. Se fossi in disaccordo con Fini per quello che dice e quello che fa, allora sarebbe assurdo. Se lei confronta i discorsi che abbiamo fatto alla fondazione dei nostri movimenti, lui a Mirabello e io a Labro, erano quasi identici, abbiamo detto le stesse cose sulla legalità, sulla crescita economica, sul rispetto delle istituzioni, sull'unità nazionale. C'è una grandissima convergenza. Enzo Carra, uno degli esponenti dell'Udc, già mette un po' il fermo a quest'allenaza: sui temi etici, dice, non ha intenzione di piegare la testa. Queste posizioni c'erano già prima nel Pdl: erano deputati eletti con Berlusconi che avevano posizioni diverse. Questo non ha impedito di portare avanti delle leggi anche sulle questioni eticamente sensibili, per le quali va ricordato che è giusto avere un grande orientamenteo ma anche lAsciare libertà di coscienza. Se per esempio Barbareschi avrà delle posizioni diverse le potrà esprimere liberamente. Però io sono convinto che sui grandi valori ci sarà un'unità fondamentale, che poi è quella che unisce tutti gli italiani. Io credo che lo scopo di questa nostra aggregazione sarà di favorire il buonsenso, le riforme e quell'equilibrio che gli italiani ricercano. Vi accusano di essere solo un cartello elettorale. Che cosa risèponde? Beh, che ancora non siamo nati. Non abbiamo nemmeno un nome perché lo defniniremo nel mese di gennaio con una vasta consultazione. Sentiremo anche i nostri sostenitori per la scelta di una denominazione che dorà avere un forte carattere simbolico. Siamo ai primi passi. Certamente ci saranno dei passaggi di costruzione importanti ma sono ottimista, guardi, nello spazio centrale della politica italiana, lontano dagli estremisti, c'è veramente il fututro dell'Italia e credo ci debba essere la responsabilità dei politici Rutelli facciamo un'ipotesi. Secondo i sondaggisti, se si andasse a votare oggi il Terzo Polo prenderebbe tra il 12 e il 15 per cento. Certo non è la maggioranza: da quialche parte questo polo si deve alleare: a destra o a sinistra? Intanto siamo tra il 14 e il 20 per cento. Le dico la mia opininone, che si collega alla preoccupazione sull'economia: io penso che oggi in Italia la strada migliore sarebbe stata non un governo con due o tre voti di maggioranza, né le elezioni, ma un governo di larga responsabilità. Credo che oggi in Italia ci sia bisogno di una fase in cui le forze più ragionevoli e costruttive degli attuali schieramenti si uniscano per rimettere in moto l'economia ed affrontare i problemi più gravi. Anche quelli della sicurezza, perché vede, la vicenda degli scontri di Roma non la dobbiamo esaltare, però è una vicenda grave, e aggiungo: in Italia dobbiamo cominciare ad utilizzare le tecnologie. Tutti quellio che hanno compiuto quegli atti sono identificabili: devono essere presi e uno per uno ripagare ciò che hanno rotto, compresi i danni ai poliziotti e ai carabinieri.

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