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Il Cav si schiera contro Galan e sta con Tremonti

Vertice tra premier e ministro Economia. Berlusconi replica all'attacco di Giancarlo: "Giulio ha garantito la tenuta del bilancio"

Andrea Tempestini
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Il premier, Silvio Berlusconi, aveva chiesto di abbassare i toni delle polemiche anche all'interno del Pdl. Ma il ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan ha sparato contro il titolare del dicastero dell'Economia e compagno di partito, Giulio Tremonti, sostenendo che con lui "si perdono le elezioni. E per questo chiedo a Berlusconi una scossa". Galan invoca una sferzata alla linea economica e auspica un ritorno allo spirito e ai valori della Forza Italia del 1994, un partito nato all'insegna del liberismo. L'attacco di Galan è stato talmente duro che ha costretto a scendere in campo il Cavaliere. "Sostengo Tremonti, grazie a lui l'Italia ha garantito la tenuta del bilancio dello Stato -  ha spiegato Berlusconi - e con questa la sicurezza del risparmio e la coesione sociale. E' una linea che deve essere mantenuta in un contesto di permanenti turbolenze nel mondo finanziario". Intorno alle 19 di giovedì sera si è appreso che Tremonti è giunto a Palazzo Grazioli per un incontro con il premier. Il faccia a faccia si è concluso dopo circa due ore: il ministro Tremonti ha lasciato la residenza del premier senza rilasciare dichiarazioni. L'ATTACCO DI GALAN - Il punto è che Galan ha sparato ad alzo zero contro Tremonti, bollato come un "socialista che ritocca tutti i provvedimenti. Fra due anni - ha sostenuto il ministro della Cultura - non possiamo fare campagna elettorale con l'argomento dello 'spettro di crisi e tagli'  che si aggira per l'Europa". Ma l'affondo di Galan è poi andato nel dettaglio, e si è scagliato anche contro la "politica dei tagli lineari" di Tremonti, che "equivale a non scegliere. Abbia il coraggio di esporsi, di decidere - ha continuato -. Per esempio, dove è finita la battaglia per le abolizione delle province? Ma davvero - ha incalzato Galan - c'è qualcuno che crede a Tremonti quando dice che abolendole non risparmieremmo una lira?". Parole pesanti insomma. Il teorema di Galan si è concluso con uno sguardo al passato, alla nascita di Forza Italia. "Nel '94 discutevamo se presentarci solo alle politiche e non alle amministrative facendo del partito una sorta di comitato elettorale, ed oggi siamo arrivati all'estremo opposto - spara Galan -: ci siamo ridotti a prendere ordini da politici di professione come Ignazio La Russa e Fabrizio Ciccchitto". Il ministro della Culutra, insomma, non ha risparmiato nessuno. E Berlusconi non poteva esimersi dal prendere una posizione. VERDINI E LA RUSSA - Dopo l'intervento di Silvio Berlusconi, una dura bacchettata nei confronti dell'ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan, è arrivata anche dal coordinatore del Pdl, Denis Verdini. "E' legittimo avere opinioni diverse ma è anche doveroso che queste possano essere valutate e discusse nelle sedi di partito e non sulle pagine dei giornali - ha sottolineato Verdini - proprio perché è ciò che vogliono i detrattori del Pdl e quanti ambiscono alla caduta del governo per via extrapolitica". Galan aveva attaccato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che si è limitato a una breve replica: "Trovo imbarazzante leggere sui giornali e sulle agenzie notizie di piccole polemiche interne al Pdl".

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